Teatro Massimo-Bellini – Catania

Cosa si può fare e vedere a Catania? La città è vivace, ospitale, genuina, seducente. In ogni caso è’ un vero e proprio gioiello, impreziosito da un centro storico dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Per ben due volte, nel corso del XVII secolo, la città è stata vittima di eventi catastrofici. Nel 1669 l’eruzione etnea e nel 1693 il terremoto. Due date che hanno segnato la sua storia, causando la sua distruzione e la sua rinascita, e portando poi la città e l’intera zona della Valle di Noto a rappresentare il culmine dell’arte barocca europea.

Nel 2002 la Valle è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il barocco siciliano è ammirabile qui grazie soprattutto alle opere di G.B. Vaccarini. La ricostruzione armoniosa ed equilibrata dei monumenti delle varie epoche ha aumentato il fascino di Catania. Il modo migliore per godersela è passeggiare per le sue strade, visitare i suoi monumenti, curiosare ai mercati. Anche concedersi dei peccati di gola, fermarsi a chiacchierare con la gente.

CATANIA COSA FARE E VEDERE
Fontana dell’Elefante – Catania

Cosa fare e vedere a Catania, ai piedi dell’Etna

Poi, se si vuol cambiare un po’ aria, in un attimo ci si lascia incantare dalla bellezza della costa o della montagna. Ed ecco un’altra Catania da vedere. Le sorprese e le tradizioni del centro storico. Scorci, chiese, edifici nobiliari, storie che rappresentano l’essenza più autentica della città ai piedi dell’Etna. E’ bello prendersela con calma, camminando e approfittando a Catania di vedere anche le zone pedonali. Queste zone interessano piazza Duomo, piazza Dante, via Crociferi, e, da pochissimo, tutta l’area del Teatro Massimo. La splendida e aperta piazza del Duomo ospita la Cattedrale, dedicata a Sant’Agata. La Santa è la patrona della città per la quale i catanesi hanno una vera e propria venerazione, e di cui qui sono custodite le reliquie. La Santa merita senz’altro un’attenzione a sé, dato che è davvero una figura importante nella cultura locale.

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Cattedrale – Catania

Festa di Sant’Agata a Catania. Cosa fare e vedere

Agata, esponente di una famiglia patrizia catanese, visse nel III° secolo e sin da giovane consacrò la sua vita alla religione cristiana. Venne martirizzata e messa a morte il 5 febbraio 251. Cominciò ad essere venerata da gran parte della popolazione, anche pagana. Nacque il culto, che si diffuse anche fuori dalla Sicilia. La gente giungeva a Catania per vedere e venerare la Santa. Nel medioevo le reliquie vennero trafugate a Costantinopoli, ma tornarono in città nel 1126. La festa dedicata alla patrona si tiene a inizio febbraio.

Ad agosto, il 17, si celebra il ritorno delle sue spoglie. Si tratta della terza festa mondiale per partecipazione di fedeli, che seguono il “fercolo” d’argento (detto vara) contenente il busto della santa e un sarcofago di sue reliquie. Le celebrazioni sono veramente famose e tuttora vissute in maniera partecipata e genuina, tant’è che l’Unesco ha dichiarato la Festa bene etno-antropologico patrimonio dell’umanità.

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“Fercolo” di Sant’Agata – Catania

“Semu tutti devoti tutti”

Basti pensare che è talmente radicata nel tessuto cittadino che la Compagnia Zappalà Danza, catanese e nota a livello internazionale, ha creato oltre dieci anni fa “Semu tutti devoti tutti? (la litania che viene ripetuta dai fedeli che vengono a Catania per vedere la processione). Lo spettacolo è stato vincitore del prestigioso premio Danza&Danza. La terza festa religiosa più grande al mondo si è trasformata così in uno spunto per indagare, attraverso l’espressione artistica, anche il rapporto che si ha con il sacro, la religione, la religiosità. Ed è anche diventata un documentario che pone in relazione le tante immagini veicolate durante lo spettacolo con quelle della Festa, alcune della quali anche storiche.

Sant’Agata – Catania

L’importanza dell’aspetto gastronomico. Da vedere a Catania

Ma non finisce qui. Già, perché alla tradizione si affianca anche l’aspetto gastronomico. Non mancano, tra sacro e profano, i “peccati” di gola. Vale a dire dei particolari dolci. Si tratta delle cassatelle o minnuzze, che per la forma ricordano il seno. Richiamano la credenza secondo la quale alla Santa vennero strappate le mammelle durante il martirio. Questo dovuto al non aver ceduto alle lusinghe del proconsole Quinziano, che si era invaghito di lei. Da assaggiare anche le olivette, di antica origine, a forma di oliva, fatte con pasta di mandorla e colorate di verde.

Cassatelle

A Catania cosa fare e vedere: le meraviglie da non perdere

Ed ecco, vicino al Duomo, un altro simbolo di Catania, ossia la nota Fontana dell’Elefante, con il pachiderma lavico detto “u’Liotru”, e il Palazzo del Municipio. E a est della piazza Palazzo Biscari, davvero sontuoso. E poi non si può non regalarsi una camminata per la bellissima via Crociferi, che conta ben 4 chiese in meno di 200 metri e si apre e chiude con due archi. La via è apparsa in vari film, tra cui Il bell’Antonio, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. Un’altra chicca da non perdere il Monastero dei Benedettini, prezioso esempio del barocco siciliano, complesso benedettino tra i più grandi d’Europa, oggi sede universitaria. E’un bellissimo modello di integrazione architettonica tra le epoche, Patrimonio mondiale dell’Unesco, con al suo interno una domus romana, i chiostri e un magnifico giardino pensile.

Monastero dei Benedettini

A Catania carrellata di luoghi storici da vedere

Notevoli da vedere a Catania Castello Ursino, costruito da Federico II di Svevia, uno dei pochi monumenti medievali rimasti, e il Teatro romano. Per gli amanti della musica, ecco il Teatro Bellini, inaugurato nel 1890 con la Norma. Immancabile la passeggiata lungo la via Etnea, passando per piazza dell’Università, i Quattro canti, piazza Stesicoro con l’anfiteatro romano, Villa Bellini, parco cittadino di origini ottocentesche. Le Ciminiere, un tempo cittadella dello zolfo, sono un centro culturale espositivo dove si trova anche l’interessante Museo storico dello sbarco in Sicilia. Scorci sul mare. Prende il nome dalla spiaggia fatta di cuti lisci, pietre lisce di origine lavica, il delizioso, piccolo borgo di pescatori di San Giovanni Li Cuti. Poco distante, il borgo di Ognina, con la chiesa dedicata a Maria Bambina, dove a settembre si svolge a festa d’a Bammina, di origini antichissime.

Castello Ursino – Catania

L’esperienza del cibo: da vedere nei locali di Catania

La zona da qui sino ad Aci Castello, con la rocca a strapiombo sul mare, viene chiamata la Scogliera, ed è caratterizzata da scogli di pietra lavica e da una ricca vegetazione. In cinque minuti si giunge ad Aci Trezza, teatro de I Malavoglia e del film La Terra Trema, con i suoi famosi faraglioni. Quella del cibo, qui, è una vera e propria esperienza. La cucina della città mescola i prodotti marinari con quelli agricoli, arricchendosi dei tanti influssi che si sono sedimentati nel corso del tempo, attingendo a popoli e culture diversi. Mare e campagna. Acque pescose e terreno fertile che offre agrumi, frutta secca, fichi d’India. Dalla tavola non può mancare il pesce, arrostito, fritto, marinato, cucinato in mille modi. Ecco perché è assolutamente d’obbligo fare una tappa al mercato della Pescheria, oltre la fontana dell’Amenano, per godersi uno spaccato di vita cittadina.

Mercato della Pescheria – Catania

Pasta alla Norma: caposaldo della cucina in città

D’altra parte non si può ripartire se non ci si è fatti tentare dalla vera specialità della città: la pasta alla Norma, con salsa di pomodoro, melanzana fritta e ricotta salata. Il nome è in onore del compositore catanese Vincenzo Bellini, autore dell’opera Norma, con cui venne inaugurato, nel 1890, il Teatro Massimo Bellini. Potete trovarla, accanto ad altri piatti tipici della cucina casalinga tradizionale, da Picasso, in piazza Ogninella. In pieno centro, Giovanni Trimboli prepara piatti che portano alla scoperta del territorio, grazie alla passione ereditata dalla nonna e dai genitori.    

Teatro Bellini – Catania

Da non dimenticare i dolci

In ogni caso un capitolo a parte lo meritano i dolci. Oltre a quelli dedicati a Sant’Agata, per cominciare è d’obbligo deliziarsi con la classica granita, che spesso sostituisce la colazione, accompagnata dalla brioche locale. Poi ancora le tentazioni proseguono con la pasta di mandorla, i cannoli con la ricotta, la cassata. Alla stessa maniera, tipica è la gastronomia da tavola calda, che si trova nei bar (da non perdere assolutamente Savia in via Etnea), e rappresenta uno spuntino ricco e gustoso, eredità della più tradizionale cucina casalinga. Una favola i famosi e saporiti arancini di riso e la scacciata, una delle più celebri preparazioni della cucina popolare catanese, ripiena solitamente di tuma, acciughe, olive o di cavolfiore e salsiccia. In queste circostanze anche il cibo di strada è molto diffuso, soprattutto nei mercati, dove si trovano pure le frattaglie bollite (sanguinaccio e trippa).

Cannoli siciliani

Si torna a respirare cultura

Dopo mesi di chiusura dovuta all’emergenza sanitaria, Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, che è anche uno dei quattro Centri Nazionali di Produzione della Danza riconosciuti dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, propone al pubblico Panopticon / il teatro igienico. In breve, il progetto prenderà forma dal vivo, dal 6 al 30 aprile, al Museo Civico Castello Ursino, in seguito alla collaborazione del Comune di Catania. Roberto Zappalà ha affidato le creazioni coreografiche a quattro danzatori della sua Compagnia: Filippo Domini, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Joel Walsham.                         

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Compagnia Zappalà Danza – Foto di Lorenzo Gatto

Come organizzarsi

Nel frattempo il tour operator I Viaggi di Maurizio Levi organizza un viaggio di 8 giorni per scoprire una parte delle meraviglie della Sicilia. In particolare un itinerario che parte da Catania e annovera tra le tappe Segesta, Selinunte, la Valle dei Templi, Modica, Ragusa Ibla, Noto, il sito fenicio di Mozia sull’isola di San Pantaleo, Marsala, Erice.   

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Ragusa Ibla

Dove soggiornare

Allo stesso tempo riapre il Palace Catania-UNA Esperienze, in un edificio storico del centro cittadino. 94 camere in cui domina il bianco, impreziosito dagli arredi in rovere scuro e dagli intarsi in maiolica di Militello.  L’Etnea Roof Bar & Restaurant, al settimo e ultimo piano, regala in questo momento una fantastica vista sulla città e sul vulcano. Il giardino pensile è l’ideale per un aperitivo e la cucina suggerisce piatti a base di specialità regionale e pesce. Soggiorni gratis per i minori di 14 anni. In posizione ottima, il Grand Hotel Baia Verde, pronto a riaccogliere presto gli ospiti, è l’unico albergo della costa con affaccio diretto sul mare, perfetto per una vacanza di relax, in un’atmosfera molto curata.

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Palace Catania UNA Esperienze – Breakfast Roof – Catania

Collegamenti aerei

Nuovi collegamenti per Catania con la compagnia EGO Airways, creata da una cordata di imprenditori italiani con alle spalle un’esperienza pluriennale nel settore aeronautico. La flotta è attualmente composta da due velivoli, con Forlì e Catania come hub di riferimento.  Gli aeroporti stessi di Catania e Forlì saranno collegati tra loro con due voli al giorno, dal lunedì al venerdì, e con un volo al giorno, il sabato e la domenica. Quotidiana sarà la frequenza dei collegamenti tra Catania e Parma, mentre tra Catania e Firenze si volerà dal lunedì al sabato.

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Etna – Catania

A portata di mano

Il portale Citymapsicilia.it conduce il visitatore attraverso i luoghi più belli dell’isola, puntando su cultura, storia, tradizione e modernità. Non mancano i consigli relativi a Fare, vedere, mangiare, dormire e la sezione Offerte, con occasioni per divertirsi o passare una giornata insolita; CityNotes è una sezione con curiosità sulle città del progetto: Catania, Siracusa e Taormina.

di Paola Babich

Erice – Trapani

INFORMAZIONI:

http://www.comune.catania.it

http://www.viaggilevi.com

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