Sorprese e cose mai viste nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale a Venezia nella mostra dedicata a opere d’arte fiamminghe. La mostra è anche dedicata agli stretti legami con l’arte veneziana del tempo.
“La bellezza salverà il mondo” sosteneva Dostoevkij che almeno una volta all’anno si recava ad ammirare la Madonna Sixtina di Raffaello. Forse non sarà la bellezza a salvare il mondo, ma sicuramente contribuirà a renderlo migliore. Sotto forma di arte e cultura, ha agito e agisce da tramite e comun denominatore tra i vari popoli. Una sorta di chiave per aprire relazioni, anche politiche.

La mostra veneziana è nata dallo scambio culturale di altissimo livello tra la città di Venezia e la città di Anversa. Fa luce sull’irradiarsi della cultura veneziana nel mondo e non solo. Mette in risalto anche il fermento economico e culturale che attraversò l’Europa tra il XVI e il XVII secolo. Mette anche il punto sull’intenso scambio di persone e idee che portava molti artisti fiamminghi ad intraprendere il viaggio attraverso le Alpi per raggiungere Venezia. Qui svolgevano la propria attività, per anni, a volte per sempre.

PALAZZO DUCALE A VENEZIA: DA TIZIANO A RUBENS

Natura morta di Jan Davidsz de Heem

Natura morta di Jan Davidsz de Heem

Passaggi di proprietà e misteri al Palazzo Ducale a Venezia

Si trattava di uno scambio tra importanti capitali europee, con relazioni commerciali e trasmigrazione di beni, in andare e tornare. Si trattava di patrimoni di opere d’arte che spaziavano dalla pittura, alla musica, dalla decorazione murale all’arte del vetro, à la facon de Venise, appunto.
Dietro alla storia ci sono passaggi di proprietà e spesso misteri. Uno di questi riguarda un dipinto di Tiziano, a ragione scelto come copertina dell’esaustivo catalogo della mostra edito da MUVE Snoeck Publishers, ad opera di Ben van Beneden,  direttore del Rubenshuis (il Museo della casa di Rubens ad Anversa) e curatore della mostra. Si tratta del “ Ritratto di dama con la figlia” rimasto, come molte altre opere, incompiuto alla morte dell’artista.

Vi appare, raffigurata di tre quarti, una misteriosa personalità femminile. Un’ipotetica Milia che a Tiziano avrebbe dato una figlia, appunto Emilia Vecellio, qui decenne. Immagini che Pomponio, figlio di Tiziano ed erede legittimo, si sarebbe affrettato a celare, facendovi dipingere sopra, da un allievo, un soggetto religioso che trasfigurava totalmente l’originale. La figlia diventava Tobia mentre la madre si trasformava nell’Arcangelo Raffaele, con tanto di ali e di vaso contenente il fiele nella mano destra. Solo nel 1948 un’indagine radiologica ne aveva svelato il segreto. Ora l’opera, appartenente a una collezione privata, in prestito alla Casa di Rubens, ritorna a Venezia restaurata, a 500 anni dalla sua creazione.

Natura morta-Clara Peeters

Natura morta-Clara Peeters

Grandi ritorni al Palazzo Ducale a Venezia

Torna per l’occasione a Venezia anche la Pala d’Altare di Tintoretto. L’opera è passata in mani private da quando per volere di Napoleone nel 1807 la chiesa di San Geminiano che l’ospitava fu distrutta. Si tratta del dipinto “L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina D’Alessandria”. L’attuale proprietario che l’ha affidata in prestito alla Rubenshuis, l’aveva acquistata dalla rockstar David Bowie, da cui la denominazione “Il Tintoretto di David Bowie” con cui l’opera era denominata dalla stampa internazionale.

Il terzo grande ritorno alla città natale è la pala votiva di TizianoJacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI”. Proveniente dal Museo Reale delle Belle Arti di Anversa, raffigura il committente, luogotenente di fiducia di Papa Borgia e comandante della sua armata navale, ritratto al cospetto di un San Pietro benedicente.

Nettuno e Anfitrite di Jacques Jordaens-Madonna col Bambino di Lucas Faydherbe

Nettuno e Anfitrite di Jacques Jordaens-Madonna col Bambino di Lucas Faydherbe

Capolavori fiamminghi esposti

A fare da corona a questi tre ritorni sono esposti più di 80 capolavori fiamminghi cinque-seicenteschi provenienti dai più importanti musei e da collezioni private delle Fiandre. Molti esposti al pubblico per la prima volta. Si è trattato di una meravigliosa caccia al tesoro, un’impresa corale realizzata all’unisono dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, diretta da Gabriella Belli e dal curatore Ben van Beneden, supportati da VisitFlanders, dalla città di Anversa e dalla Comunità Fiamminga con l’invito al pubblico italiano, e non, a recarsi negli splendidi luoghi dove le opere d’arte furono un tempo concepite per goderne appieno di persona l’incanto di atmosfere, luci e colori.

Tra i musei della città di Anversa che hanno contribuito con i loro capolavori, il Museo Reale delle Belle Arti, il Museo Plantin-Moretus, la Biblioteca del Patrimonio Hendrik Conscience Heritage, il Museo Mayer van den Bergh, il Museo musicale Vleeshuis, il Museo della Casa di Snjiders & Rockox e il MAS, Museum aan de Stroom.

Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI di Tiziano-San Francesco d'Assisi riceve le stigmate di Peter Paul Rubens

Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI di Tiziano-San Francesco d’Assisi riceve le stigmate di Peter Paul Rubens

Dal Palazzo Ducale a Venezia un viaggio nel mondo dell’arte delle Fiandre

Tesori che si possono godere aggirandosi nelle grandiose sale cariche di storia condivisa, attraverso dieci momenti dedicati a suggestivi argomenti, quali “L’alba di un’età dell’oro”, “Bozzetti e modelli per la gloria”, “Dipingere per la Chiesa e per la Corte” (in due sezioni), “La visione di Santa Caterina”, “Tiziano e Rubens”, “La collezione Barbarigo”, “Un’esistenza circondata dal lusso”, “Oltre Anversa”, “Nuovi mercati”, “Fascino e splendore dei vetri à la façon de Vènise” e infine “Adrian Willaert e la scuola fiamminga a Venezia”, dedicato alla musica.

Mettendo in risalto contaminazioni tra stili e tecniche, osmosi tra culture, pensieri e civiltà con scambi di idee, di uomini, di arti e di artisti, in realtà la mostra è molto più di un seppur splendido viaggio nel mondo dell’arte delle Fiandre, è un invito ad alzare occhi e pensieri oltre i propri confini, per materializzare un futuro felice di pace e armonia, all’insegna della cultura. O almeno cercare di farlo.

testo e foto di Maria Luisa Bonivento

INFORMAZIONI:

http://www.palazzoducale.visitmuve.it

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