Lago di Antermoia

Rifugi delle Dolomiti. Viaggio alla scoperta dei rifugi delle Dolomiti Patrimonio Unesco. Dell’anima vera della montagna, delle storie di chi li gestisce e dei nuovi progetti dedicati agli escursionisti alla scoperta dei Rifugi Patrimonio Unesco.

Vivere in rifugi: lo raccontano i rifugisti delle Dolomiti Unesco

Da dove arriva l’acqua? Come arrivano le provviste? C’è il Wi-Fi? Come si vive in rifugio? A questi e ad altri interrogativi daranno risposta durante l’estate i gestori dei rifugi delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. La Fondazione Dolomiti UNESCO che accompagna i 66 gestori di rifugio che rientrano nell’area del Patrimonio Mondiale, ha ideato per il 2022 la campagna #vivereinrifugio. I custodi del Patrimonio UNESCO, sentinelle delle Dolomiti, hanno deciso di metterci la faccia raccontando l’esperienza della vita nelle terre alte. Dall’approvvigionamento idrico alla manutenzione dei sentieri.

Per tutta l’estate sui canali social della Fondazione @DolomitesUNESCO verranno pubblicati video. In parte prodotti dalla Fondazione e in parte autoprodotti dai gestori stessi, che saranno pillole di vita dietro le quinte.  Si scoprirà così che all’apertura per la stagione estiva si accende la stufa ma il rifugista attende il calore vero portato dagli ospiti. Si imparerà che per fare la spesa bisogna essere precisi nel compilare la lista. Che per i rifornimenti ci si affida agli elicotteri o alle teleferiche, ma che il pane può arrivare anche a dorso d’asino. Soprattutto si scoprirà che ogni rifugio ha la propria storia e le proprie caratteristiche. Passo dopo passo gli escursionisti saranno guidati dagli stessi gestori, scoprendo il percorso che fa il cibo per arrivare sulla tavola. O il tragitto che fa l’acqua per sgorgare dalla doccia.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugisti – Foto di Eva Vallarin

I 66 del progetto “Rifugi delle Dolomiti UNESCO”

I 66 rifugi situati all’interno dei 9 Sistemi delle Dolomiti UNESCO, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2009, sono riuniti in un progetto. Questo promuove la rete tra le strutture e aiuta ad accompagnare i visitatori ad apprezzare i valori paesaggistici, antropici e geologici delle Dolomiti. Avvicinarsi ad uno dei rifugi delle Dolomiti Unesco vuol dire prendere coscienza del fatto di trovarsi all’interno di un’area speciale. Fatta di rocce, alberi, prati, cielo e persone. E ogni rifugio è lì, pronto a raccontare la propria storia. Chiacchierare con i rifugisti è sempre un’occasione per riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente. Sulle sfide che i cambiamenti climatici e la vita in montagna pongono ogni giorno, conoscere l’unicità che ha fatto dei nove sistemi dolomitici un bene patrimonio dell’umanità intera.

Per capire la vita in questo meraviglioso mondo di terre alte si può anche iniziare dai video della trasmissione televisiva «Noi Dolomiti UNESCO». Qui il giornalista Giambattista Zampieri accompagna tra le voci e i volti di chi vive le Dolomiti. Ma sono anche le emozioni ad avere qui piena residenza, come insegna lo scrittore Matteo Righetto, che non è difficile incrociare lungo i sentieri delle Dolomiti bellunesi.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugio Giussani – Foto di Eva Vallarin

Rifugi delle Dolomiti Unesco: qualche suggerimento

Tra i tanti rifugi delle Dolomiti UNESCO, ne segnaliamo tre fra i molti della rete. Non vuole essere ovviamente una classifica ma solo un suggerimento per iniziare l’esplorazione. Il Rifugio Giussani è una conquista: da Cortina si sale la strada del Falzarego e si arriva al Rifugio Dibona. Da qui il sentiero, in ultimo tratto di tortuosa pendenza, si addentra tra le Tofane. Lo sguardo non può far altro che spaziare da una parte all’altra, a scrutare i disegni orizzontali e verticali delle rocce, a scorgere le varianti di rosa, giallo e grigio.

Il Rifugio Venezia è il custode delle storie del Pelmo. Ci si arriva dopo aver camminato in uno sterminato mugheto e aver dato un’occhiata alle orme lasciate dai dinosauri sulle rocce del Pelmetto. E poi il Rifugio Falier, che guarda all’insù, verso la magnifica parete sud della regina delle Dolomiti, la Marmolada. Un rifugio che si raggiunge percorrendo l’amena Valle Ombretta dove è segnato il cuore delle Dolomiti.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugio Venezia – Foto di Eva Vallarin

Vivere in rifugi delle Dolomiti ricordando rifugi perduti

Nelle Dolomiti bellunesi c’è ancora un luogo dove l’anima della montagna sembra farsi avvicinare e le pareti del rifugio hanno un’importante storia da raccontare. Qui il re è il Pelmo, di rocce grigie e bianche che al sole si colorano di oro, arancio e rosa. “Guardate dove siete – esorta Massimo – respirate, bene e a lungo. Tornerete a casa avendo respirato buona aria e buone pratiche”. Massimo, insieme a Caterina e Mario, è il gestore del Rifugio Città di Fiume incastonato tra Val di Zoldo, Val Fiorentina e Cadore. A guardare Pelmo e Civetta, nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Unesco.

Ne ha di storie da raccontare questa struttura dai muri bianchi e rosse imposte alle finestre. A partire da quella della bandiera con l’aquila che domina tre strisce blu giallo e rosso, una bandiera che sventola solo qui. È la bandiera del libero Comune di Fiume quando la città istriano-dalmata era ancora austroungarica.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugio “Città di Fiume” – @FondazioneDolomitiUNESCO

Erano gli anni Sessanta del Novecento quando un gruppo di esuli istriani costituiti nella sezione del Club Alpino Città di Fiume ottenne in comodato d’uso il rudere della seicentesca malga Dorona. Posta su un pianoro a cospetto del Pelmo, con gli archi a volta del piano terra che svelavano, e raccontano ancora oggi, un passato di allevamento di ovini. Allo scopo di far rivivere i sette rifugi perduti dell’Istria (ricordati in una targa posta vicino all’ingresso) il Rifugio Città di Fiume nel 1964 prese vita.

Dal 2005 Massimo, Caterina e Mario lo gestiscono con la passione che contraddistingue gli abitanti delle terre alte. Basta chiedere di farsi raccontare la storia del rifugio. Oppure semplicemente farsi indicare i contenitori per la raccolta differenziata, per entrare in un’atmosfera diversa e provare a cogliere il respiro e l’anima delle Dolomiti.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugio Falier – Foto di Eva Vallarin

Incontri d’alt(r)a quota nei rifugi delle Dolomiti UNESCO

Anche quest’anno i rifugi delle Dolomiti UNESCO ospiteranno gli “Incontri d’alt(r)a quota”. Rassegna culturale per dialogare con scrittori, geologi e fotografi in un’idea di rete tra persone, territori e cultura. Si inizia il 16 luglio con un trekking letterario insieme a Matteo Righetto, scrittore che la montagna la scrive e la vive. Meta della giornata sarà il Rifugio Falier sotto la parete sud della Marmolada.

RIFUGI DELLE DOLOMITI
Rifugisti – Foto di Eva Vallarin

Gli incontri proseguono il 27 agosto nelle Dolomiti di Brenta al rifugio Agostini con un geotrekking. E ancora il 17-18 settembre al rifugio Alpe di Tires/Tierser Alp – Sciliar/Catinaccio con un workshop fotografico.  “Bisogna capire che questi luoghi hanno un’anima che si intreccia con la nostra” spiega Righetto.

La montagna ha due dimensioni: una epica, che ci ricorda le imprese di chi in montagna ci vive, e una lirica che ci fa ripensare alle nostre cose e diventa specchio dell’animo umano”. Continua così il percorso che fa camminare insieme chi in montagna ci vive e chi ci arriva. Pensando a un nuovo equilibrio e a un rispetto che restituisca il tempo per conoscere.

di Eva Vallarin
Foto di Eva Vallarin e gentile concessione Fondazione Dolomiti Unesco

Rifugio Antermoia – @FondazioneDolomitiUNESCO

INFORMAZIONI:

www.dolomitiunesco.info

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