COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Mareson – Val di Zoldo – Belluno

Le Dolomiti della Val di Zoldo racchiudono molte anime, quelle di luoghi incantati e quelle di antichi saperi. Qui in un unico sguardo si possono percepire passato, presente e futuro.

Camminare nelle Dolomiti, fatte di guglie, torri e altipiani isolati, riporta la memoria agli atolli dell’antica laguna da cui si sono formate altissime pareti di strati di rocce che hanno ispirato gli studi di Dolomieu. Le Dolomiti qui sono fatte di borghi che sembrano aggrapparsi ai pianori per non scivolare giù, di sublimi paesaggi che hanno incantato i viaggiatori dell’Ottocento i cui diari furono le prime guide alla scoperta di queste montagne. Sono i repentini torrenti, i boschi fruscianti che sembrano sempre nascondere e proteggere antichi segreti, le nebbie, i ghiaioni, l’infuocarsi della dolomia al tramonto e le luci della sera nel fondovalle. Sono l’antica ricetta dei gelatieri, le api e i colorati prati fioriti che danno il miele, il legno per falegnami e scultori, il suono dei campanacci delle vacche al pascolo, il caldo della lana, la creatività e la tradizione di mestieri che resistono.

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO A SETTEMBRE: SCOPRIRE SEGRETI E SAPORI

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Val di Zoldo verso il Lago del Vach – Foto V. Galuppo

La Val di Zoldo, autentica e appartata, lontana dalla folla, adagiata tra Pelmo e Civetta, due tra le più belle montagne delle Dolomiti, è una valle che fa immergere nella storia e regala paesaggi dolomitici esemplari dei Monti Pallidi, iscritti nel Patrimonio Mondiale Unesco dal 2009 come unici al mondo e di eccezionale bellezza. Ma oltre alle maestose cime, in valle ci sono molti patrimoni nascosti da riscoprire. Una buona occasione è il Festival dei Sapori e Mestieri della Val di Zoldo, in programma sabato 11 settembre.

Salendo da Pecol con la cabinovia fino a Pian del Crep, dopo aver ammirato da un lato la maestosità del Pelmo e dall’altro la grandiosità del Civetta, ci si incammina in un percorso che in piacevole discesa ritorna a Pecol, accompagnati dagli stand dove scoprire profumatissimi saponi naturali, simpatiche bambole di pezza, caldi calzini, magnifiche chitarre elettriche, profumato miele, saporito formaggio. E poi ancora pittori, scultori, ricamatrici, tutti rigorosamente zoldani, come anche i cavalieri pronti a dare un avventuroso passaggio a cavallo.

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Val di Zoldo – Alberto Colladon – Chitarra fatta a mano – Foto E.Vallarin

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO: CONOSCERE LE STORIE DI UOMINI E DONNE DELLE TERRE ALTE

Il primo a scalare il Pelmo fu l’irlandese John Ball nel 1857: era quella la prima scalata ad una cima dolomitica. Tanti da allora sono rimasti affascinati da queste montagne, dal bellunese Dino Buzzati che ambienta alcuni romanzi e racconti nelle Dolomiti, a Sebastiano Vassalli che in “Marco e Mattio” descrive mirabilmente la Valle di Zoldo di fine Settecento. E poi ci sono gli uomini e le donne di oggi che dalla pianura sono saliti nelle terre alte spinti dall’amore per la montagna.

Lungo il percorso del Festival dei Sapori e Mestieri della Val di Zoldo ci si imbatte in “Baita Civetta Al Casot”. Quiil veneziano Mirco, dopo aver peregrinato per famose cucine di mezza Europa, da buon figlio di rifugisti ha preso in gestione il rifugio. Propone con grande disinvoltura nello stesso menu baccalà mantecato, capriolo al cacao, polenta pastin e funghi. Sempre dalla pianura è partita Marta che all’Agriturismo “Pian de Levina” alleva capre cashmere con la cui lana fa realizzare sciarpe straordinariamente soffici. Alleva anche ovini e mucche per il latte che trasforma lei stessa in creativi formaggi da degustare lungo il percorso del Festival.

val di Zoldo – Coi – Foto V. Galuppo

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO: CAMMINARE TRA BOSCHI E PAESI

La scoperta in Val di Zoldo non finisce mai e basta lasciare l’auto e incamminarsi tra le antiche strade di collegamento tra i borghi. Si respira un’atmosfera tranquilla, legata ai periodi della natura che portano a riflettere e stupirsi di fronte allo scorrere del tempo.

Fornesighe è un borgo che da secoli si aggrappa sulle prime salite della strada verso il Passo Cibiana. La tipologia tipica di abitazione qui è il tabià. E’un’antica costruzione in legno adibita un tempo a fienili sorretta da un piano terra di solide pietre. Il legno scuro, il rosso, il rosa, il giallo dei fiori sui balconi, il verde dei boschi circostanti sono uniti in serena armonia.

Val di Zoldo – Pianaz – Foto V. Galuppo

La strada provinciale unisce velocemente tutti i paesi distesi su 20 chilometri di valle. E’camminando a zig-zag lungo le vecchie strade ormai secondarie che si potrà capire l’anima della valle. La Pieve di San Floriano poco distante da Forno di Zoldo accoglie i viandanti con in facciata il grande affresco di San Cristoforo che la accomuna a tante chiese delle Alpi. All’interno il seicentesco altare delle anime è una delle più celebri opere dello scultore zoldano Andrea Brustolon. Forno e Fusine rivelano già nel nome la storia di valle dedita dal Duecento all’Ottocento all’estrazione di ferro e alla sua lavorazione, storia mirabilmente narrata oggi dal Museo del Ferro e del Chiodo. La passeggiata nel bosco secolare che collega Villa ad Astragàl racconta invece della grande abbondanza di legna usata sia per fare carbone ad uso delle fucine sia per rifornire Venezia e il suo arsenale.

Val di Zoldo – Colcerver – Foto V. Galuppo

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO: VEDERE GLI ANTICHI TABIA’

Salendo verso il Passo Staulanza si aprono grandiosi panorami dominati dal Pelmo e dal Civetta. Maresòn e Pècol sono due graziosi borghi da visitare in silenzio, ammirando campanili e tabià, fontane e strette vie. Gli amanti del paesaggio abitato troveranno a Coi angoli con tabià mirabilmente restaurati e adibiti ad abitazioni. Ci sono borghi in questa valle ormai quasi disabitati che restituiscono le vite di un tempo, come Colcervèr raggiungibile da Pralongo sia con una stretta strada asfaltata sia con vari sentieri. La piazza qui è fatta di erba, i vicoli tra le case sono di sassi, vecchie fotografie ritraggono gli abitanti di un tempo. Ma i fiori su alcuni balconi rivelano che almeno d’estate il paese si rianima.  

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Val di Zoldo – Mareson – Foto V. Galuppo

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO: SCOPRIRE GLI AUTENTICI SAPORI

Non si può dire di aver conosciuto la Val di Zoldo se non si è mangiato un gelato in una delle tre gelaterie artigianali (Centrale a Forno, Al Pelmo a Dont, Al Soler a Pècol). I segreti dei gelati sono custoditi da tempo dai gelatieri zoldani che da fine Ottocento esportano in tutta Europa bontà senza eguali. Ma anche la cucina zoldana è da provare. In particolare, i casunziei, ravioli ripieni di rape rosse o spinaci e ricotta. Il pastìn è unasorta di polpetta di carne di maiale e manzo aromatizzata con un mix di spezie che ogni cuoco e macellaio non rivelerà mai). Il “Ristorantino Ai Lali” a Forno e l’”Enoteca Coldai” a Pècol propongono nei loro menu piatti della tradizione o in parte rivisitati. Da provare i canederli, l’orzotto di mele speck, le frittelline alle erbe aromatiche con la sopressa o il gulash.

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Val di Zoldo – Marta dell’Agriturismo “Pian de Levina” – Foto V. Galuppo

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO: SENTIRSI ALPINISTI AL COSPETTO DI PELMO E CIVETTA

La Val di Zoldo fa parte del progetto tranfontaliero “Bergsteigerdörfer” ossia villaggi degli alpinisti. Località interessanti sia dal punto di vista alpinistico che paesaggistico, caratterizzate da tranquillità e conservazione delle tradizioni popolari. Qui è possibile vivere una vacanza attiva nella natura.  Per sentirsi alpinisti, oltre a percorsi in quota e ferrate tra le più belle delle Dolomiti, si può percorrere l’Anello Zoldano. Si tratta di un trekking in sei tappe tra i monti che circondano la valle con appoggio nei rifugi. Per chi preferisce i borghi e le quote più basse, c’è il Piccolo Anello Zoldano percorribile anche solo per tratti brevi ma altrettanto affascinanti.

Un ultimo colpo d’occhio alla valle andrebbe dato da un punto di vista privilegiato e facilmente raggiungibile: lo Spiz de Zuel da cui si ammira la valle distesa ai piedi del Pelmo. È ancora una volta la cabinovia di Pian del Crep ad accompagnare verso l’agile sentiero che ripercorre antiche mulattiere, si distende ai piedi del Civetta e arriva infine alla sommità da cui ammirare in un unico sguardo le tante anime della Val di Zoldo.

di Eva Vallarin

COSA FARE IN VAL DI ZOLDO
Val di Zoldo – Pecol – Foto V. Galuppo

INFORMAZIONI:

http://www.valdizoldo.net

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