TIPICITA' CALABRESI
S. Maria dell’Isola –Tropea

Tipicità calabresi lungo la Costa degli Dei. Si tratta di 55 km di litorale che da Pizzo Calabro arriva fino a Nicotera. La Costa degli Dei è senz’altro una delle zone più affascinanti della Calabria. Le spiagge sabbiose si alternano alle coste frastagliate e alle baie da sogno dal mare cristallino. Si tratta di un itinerario turistico, naturalistico e paesaggistico. Ma non si può dimenticare anche il lato culinario. Grazie ad alcuni prodotti tipici che fanno di queste terre, anche i sapori sono unici ed inimitabili. La Costa degli Dei è ricca di tipicità calabresi. Il Tartufo di Pizzo, la Cipolla di Tropea, la ’Nduja di Spilinga. Tre mete che rappresentano anche tre tappe per una sosta all’insegna del gusto.

Tartufo di Pizzo

Tartufo di Pizzo tra le tipicità calabresi

Il nostro itinerario comincia da Pizzo Calabro, una delle cittadine più belle della provincia di Vibo Valentia, nel cuore del golfo di Sant’Eufemia. Il borgo è arroccato sul pendio di un promontorio che si erge a picco sul Tirreno. Da un lato domina la costa frastagliata, dall’altro una spiaggia sabbiosa dall’acqua trasparente. Da non perdere l’imponente Castello Aragonese, oggi monumento nazionale, dedicato a Gioacchino Murat, re di Napoli, che qui trascorse i suoi ultimi giorni prima di essere fucilato il 13 ottobre 1815.

Molto caratteristica è la Chiesetta di Piedigrotta. Ci si arriva da una gradinata che porta alla scogliera e si raggiunge una grotta scavata nel tufo divisa in tre ambienti. Al suo interno vi sono una serie di statue religiose scolpite nella roccia. Una mescolanza di arte, religione e cultura molto suggestiva tra le tipicità calabresi.

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Spiaggia di Pizzo

Pizzo, città dei baci e dell’amore

Pizzo è anche la città dell’amore. Alcune foto dei baci più famosi del cinema e della letteratura adornano infatti una ripida scalinata nel centro storico, scelta come vicolo del bacio! Anche questa può essere citata tra le tipicità calabresi.

Ciò che rende unica e indimenticabile la cittadina, è senz’altro il celebre Tartufo. Si tratta di una delle tipicità calabresi per eccellenza. Il gelato è prodotto artigianalmente come si faceva una volta. La sua forma caratteristica è tondeggiante ed ha l’irresistibile cuore di cioccolato fuso. Certamente tra le tipicità calabresi che soddisfano tutti i palati! Gli ingredienti sono naturali e di qualità. Dosati secondo una ricetta segreta, danno vita a questo particolare dessert, da gustare in diverse versioni, dal classico nero a quello bianco, passando per nocciola imbottita e pistacchio.

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foto di Elena Cogo

La cipolla di Tropea tra le tipicità calabresi

Da Pizzo si scende lungo la Costa degli Dei fino a raggiungere Tropea, la perla del Tirreno.  E’ senz’altro la località turistica più nota della Calabria. Sorge su un terrazzo a circa 70 metri sul mare e offre uno splendido affaccio sia sul mare che sul cielo blu. Lo sguardo spazia fino alle Eolie e alla Sicilia.

Lo spettacolare isolotto che ospita la Chiesa di Santa Maria dell’Isola è simbolo della città e dei tropeani. Uno dei luoghi più fotografati di questi luoghi. Una ripida scalinata ricavata nella roccia permette di raggiungere il santuario, circondato da uno splendido giardino mediterraneo.

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Tropea, foto di Elena Cogo

Le spiagge sottostanti meritano sicuramente una tappa! La sabbia bianca, il mare cristallino e il panorama ne fanno una delle località più belle. Altre tipicita’ calabresi. Tropea è una di quelle città che d’estate non dorme mai. A qualsiasi ora la si visiti, si troverà sempre gente che passeggia lungo il suo caratteristico centro storico. Anche in piena notte!

TIPICITA' CALABRESI

La “rossa” dal sapore delicato

Il prodotto tipico per eccellenza che rende famosa Tropea è la “Cipolla Rossa di Tropea IGP“, intrecciata e appesa alle bancarelle. La si vede dappertutto. Tra le caratteristiche che la rendono inconfondibile: il suo gusto dolce e il colore rosso intenso.Il microclima e il territorio la rendono così aprrezzata e caratteristica. La conformazione della Cipolla di Tropea è a forma di fuso, un po’ allungata ai lati e tondeggiante al centro. E’ facilmente digeribile e apprezzata anche cruda in insalata, grazie alla polpa carnosa e croccante.

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spiaggia di Tropea

La ’nduja spalmabile di Spilinga

L’itinerario del gusto lungo la Costa degli Dei, alla scoperta delle tipicità calabresi, prosegue per Capo Vaticano e fa tappa a Spilinga, la patria della ’nduja. E’ forse il prodotto gastronomico che caratterizza maggiormente la regione e meglio rappresenta la cucina calabrese. peperoncino e ‘nduja: uno splendido connubio. Salame morbido e spalmabile, si tratta di un impasto di carne di maiale, un po’ di grasso e molto peperoncino. Da cui il suo colore rosso. Il peperoncino è un altro degli ingredienti protagonisti della gastronomia calabrese. Il suo gusto, squisito e piccante insieme, è inconfondibile rispetto a qualsiasi altro tipo di salume di altre regioni.

ndujasandonato.it

Ecco il modo migliore per assaporare la ‘nduja: semplicemente spalmarla su crostini di pane, perfetta per un antipasto sfizioso. Si può anche accompagnarla ad altri piatti, che siano primi o secondi, nel sugo o ancora sulla pizza. Chi sopporta poco il piccante la può provare in abbinamento con la ricotta, che ne ammorbidisce il gusto.

Molte sono le aziende artigianali dedicate alla produzione di ’nduja e tra queste, proprio Spilinga. Qui si trova ’Nduja San Donato della famiglia Pugliese. Varcata la soglia, si sente l’aroma del peperoncino che aleggia nell’aria, forte e deciso e che entra nelle narici. Bastano comunque pochi minuti e i sensi sono già abituati. Nell’azienda ci sono appese al soffitto centinaia di forme di ’nduja appese ai soffitti ad “asciugare”.

Antico acquedotto di Spilinga, ndujasandonato.it

Fasi di lavorazione della ’nduja

Rocco Colaci ci accompagna durante la visita e ci spiega le fasi di lavorazione della materia prima, che sono ben precise. La prima fase è quella della selezione delle carni. Devono essere rigorosamente italianeIl peperoncino deve essere naturalmente calabrese. La qualità delle materie prime è la parte più importante. In un secondo momento si prosegue con la macinatura e l’insaccamento. Tutto ciò solo dopo aver lasciato riposare la carne per qualche ora per l’ossigenazione.

Il lavoro di insaccamento e legatura avviene ancora oggi manualmente secondo le antiche tecniche della tradizione. Si tratta infatti di fasi molto delicate per il risultato finale. Acquistato ormai l’aspetto tipico, la ’nduja viene appesa all’aria in apposite stanze. E’ pronta per essere affumicata in ambienti naturali attraverso il fumo della combustione di ceppi o trucioli di legno non resinosi e, soprattutto, non chimicamente trattati. Dopo qualche giorno al fumo, la ’nduja viene trasferita negli appositi locali adibiti alla stagionatura.

ndujasandonato.it

“Comu si facìa na vota”: l’insaccatura di una delle tipicità calabresi

È questo il momento determinante per la qualità del prodotto – ci spiega Colaci – Stagioniamo i nostri salumi lentamente, senza l’ausilio di alcun metodo alternativo per accelerare la produzione”. Insomma tutto “comu si facìa ’na vota” (come si faceva una volta)!
Il periodo di stagionatura dipende dal peso e dalle dimensioni, si va da un minimo di 50 giorni per le forme più piccole fino addirittura a 18 mesi per quelle più grandi.
Alcune forme raggiungono i 40 kg di peso. Vengono realizzate per occasioni speciali o su richiesta. Oltre ad essere venduta in “orba”, la ’nduja si trova anche in vasetti più piccoli, pronta per essere consumata.

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foto di Elena Cogo

La ricetta delle penne con ‘nduja di Spilinga

Il nostro itinerario non poteva che concludersi con una ricetta da provare a casa per assaporare il gusto di Calabria! Tra i diversi prodotti tipici e i piatti succulenti della regione, abbiamo scelto un grande classico: le penne con ‘nduja di Spilinga.

Ingredienti per 4 persone: 500gr di penne rigate, un peperone giallo di piccole dimensioni (o 1/2 se troppo grande), una cipolla (meglio se Rossa di Tropea), un bicchiere di vino bianco secco, pomodori pelati, un pizzico di zucchero, 250gr di ‘Nduja San Donato, pecorino, olio e sale.

Preparazione: scaldare in una padella l’olio e saltare un po’ il peperone tagliato a pezzetti insieme alla cipolla tritata. Aggiungere la ‘Nduja San Donato e mischiate velocemente il tutto, aggiungere il vino bianco e lasciare sfumare. Unire il pomodoro riducendolo grossolanamente a pezzetti, aggiungere lo zucchero, abbassare la fiamma e lasciare cuocere mescolando di tanto in tanto per un quarto d’ora. Cuocere nel frattempo le penne e scolarle al dente. Versare le penne nella padella del sugo e saltare un po’ guarnendo con il pecorino.

di Elena Cogo

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Capo Vaticano, foto di Elena Cogo

INFORMAZIONI

https://calabriastraordinaria.it/

https://www.ndujasandonato.it/

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