Beaune in Borgogna. Digione è il punto di partenza della strada dei vini di Borgogna, ma Beaune è certamente una tappa obbligata. Ogni anno infatti qui si tiene la più grande asta di vini nota in tutto il mondo. La città non è soltanto al centro dei vigneti più nobili della regione. Ma costituisce un’altra grande testimonianza dello splendore della corte dei Duchi di Borgogna e conserva tracce della sua ricchezza nell’epoca del loro apogeo.

La città vecchia, chiusa tra una cinta di basse mura, è fatta da un pugno di case tra cui si passeggia con autentico piacere per scoprire piccoli tesori nascosti. Non si rivela al primo sguardo, bisogna andarsela proprio a cercare. Ad esempio entrando nei cortili dei palazzi ancora con la scalinata di legno o di pietra scolpita, che portano a loggiati rinascimentali. E ancora scoprire facciate intagliate nella pietra come un merletto, fermarsi ad ammirare i fiori che nascono spontanei tra le vecchie pietre.

Notre Dame, foto di Cinthya Beccari

Di via in via, di giardino in giardino, si arriva al cuore stesso dell’antica città dove tre capolavori attendono il visitatore. La chiesa romanica di Notre-Dame, iniziata nel 1120, di ispirazione cluniacense con bella navata dalle volte a botte rovesciata apre il suo maestoso portale davanti a una tranquilla piazzetta. All’interno dietro l’altar maggiore splendidi arazzi influenzati dall’arte italiana e borgognona raccontano la vita della Vergine. Dietro l’abside della chiesa si innalza un po’ spostata la torre dove Filippo l’Ardito fece mettere un orologio proveniente dalle Fiandre. Separato in una stradina appare il palazzo dei duchi di Borgogna, modesto all’apparenza, ma aperto su una bella corte che sembra la scena di un’opera. Al suo interno racchiude un interessante Museo del Vino e delle storie collegate.

Notre Dame, foto di Cinthya Beccari

Hotel Dieu, il famoso Hospice di Beaune in Borgogna

L’autentico capolavoro della città rimane però il suo ospedale, un luogo unico dove risplende ancora lo spirito della Borgogna Ducale, il famoso Hospice, spesso chiamato Hotel Dieu, considerato un gioiello dell’architettura medievale borgognona con i tetti a tegole verniciate che sono diventati una caratteristica di tutta la regione.

La facciata semplice e priva di attrattive non fa affatto presagire la grandiosità dell’interno. Fu costruito nel 1443 per volere del Cancelliere di Filippo il Buono Nicolas Rolin e della sua sposa Guigone de Salins. È una testimonianza che ricorda i legami che univano la Borgogna alle Fiandre e un gioiello di architettura fiamminga che conserva pregevoli interni e uno straordinario dipinto. Il giudizio universale di Roger van der Weyden. Appena varcata la soglia dell’ingresso ed entrati nella corte rettangolare interna un lampo di luce abbagliante scende dalle tegole policrome e dai pinnacoli della copertura. Mentre la candida pietra sembra danzare tra archi e loggiati.

BEAUNE IN BORGOGNA
Hotel Dieu, foto di Cinthya Beccari

Alla fine della guerra dei Cent’anni Beaune soffrì la miseria della carestia quando tre quarti degli abitanti non avevano abbastanza da mangiare. Per curare la loro salute il Cancelliere e sua moglie decisero di creare un ospedale per i poveri. Lo dotarono di una rendita annuale che proveniva dalle saline di Salins e da risorse proprie come le vigne circostanti.
Durante i suoi numerosi soggiorni nelle Fiandre di cui il duca di Borgogna a quell’epoca era ugualmente sovrano, Nicolas venne colpito dall’aspetto degli ospedali del Nord. Tuttavia affidò la condotta dei lavori di costruzione dell’Hospice a maestranze locali, pur chiamando numerosi artisti da tutt’Europa per decorarlo.

BEAUNE IN BORGOGNA
Hotel Dieu, foto di Cinthya Beccari

Visita al palazzo per i poveri di Beaune in Borgogna

Entrambi i coniugi si dedicarono molto a alla costruzione di questo “palazzo per i poveri”, impiegando i materiali più ricercati per assicurare la continuità della sua esistenza nei secoli. I loro successori continuarono l’opera con l’obiettivo di mantenere l’eccellenza di questo luogo di cura. Per mezzo millennio senza interruzioni dal XV al XX secolo, le suore dell’ospedale hanno accolto e curato molte generazioni di ammalati. L’ospedale ha rapidamente acquisito una grande rinomanza non soltanto presso i poveri, ma anche con i nobili e i borghesi. Questo permise di ingrandire e abbellire l’opera creando nuove sale e apportando opere d’arte.

BEAUNE IN BORGOGNA
Hotel Dieu, foto di Cinthya Beccari

L’ospedale non si è mai discostato dei suoi principi fondanti. Carità e cura sono sempre stati coniugati tra queste mura, sostenute da un’intera comunità secondo regole stabilite nel XV secolo. A partire dal 1971 le sue funzioni mediche sono state trasferite in un ospedale più moderno. Importanti donazioni iniziali e contributi ricevuti lungo tutto l’arco del tempo hanno portato alla creazione di un’estesa tenuta viticola nei pressi della città. L’annuale asta dei vini di Beaune ancora oggi permette all’Hospice di finanziare i suoi investimenti nelle cure ospedaliere. Nonché per far manutenzione e migliorare la conservazione del patrimonio.

La visita parte dalla grande Sala dei poveri, il cuore dell’Hotel Dieu. Inaugurata nel 1451 conserva le sue dimensioni originali di 50 metri di lunghezza per 14 di larghezza con altezza di 16 metri. In questo grande spazio trovano posto solo 30 ordinatissimi letti per malati, 15 da ciascun lato, mentre il centro è occupato da una tavolata. Grandi cassapanche di legno permettevano alle suore di mettere da parte vestiti, drappi e coperte destinate ai malati. Il mobilio di ispirazione gotica purtroppo non è rinascimentale ma ricostituito a fine Ottocento.

BEAUNE IN BORGOGNA
Hotel Dieu, foto di Cinthya Beccari

Beaune in Borgogna, il giudizio universale di Roger van der Weyden

La cappella fa parte integrante della Sala dei poveri e simbolizza la perfetta simbiosi delle cure del corpo e dell’anima che era lo spirito fondante dell’Hotel Dieu. Si permetteva così anche ai malati ricoverati di assistere alle funzioni religiose senza doversi spostare dal letto. E’ in questa cappella che sotto una semplice lapide riposano i resti mortali della fondatrice.

Durante la visita si ha occasione di attraversare più volte la corte che offre il panorama più famoso sull’Hotel Dieu. I suoi tetti ricoperti da tegole smaltate multicolori in terracotta disegnano figure geometriche caratteristiche. Le due ali dell’immobile sono sormontate da lucernai multipli di cui le sculture costituiscono vere opere d’arte. Due gallerie sovrapposte permettevano alle suore di assicurare i loro servizi al riparo dall’intemperie. La loro calda policromia di legno e di terracotta contrasta con il colore della pietra di cava.

Si visitano anche altre sale, la cucina e la farmacia. Infine, in una sala tutta buia per far risaltare la lucentezza dell’oro, è stato trasferito il famoso polittico del giudizio universale, ordinato dal Cancelliere Rolin e realizzato da uno dei più famosi maestri fiamminghi di tutti i tempi, Roger van der Weyden da Bruxelles. Originariamente il dipinto si trovava sull’altare della cappella nella grande Sala dei poveri. Ai piedi dell’imponente figura di Cristo che decide la sorte degli uomini e di un leggiadro arcangelo San Michele che con la bilancia in mano pesa le anime si trovano le figure oranti dei coniugi “sponsor” di questa straordinaria iniziativa. Hanno già ottenuto così, in attesa dell’immortalità dell’anima, l’immortalità della loro memoria.

BEAUNE IN BORGOGNA
Polittico di Van der Weyden, foto di Cinthya Beccari

Da Beaune in Borgogna a Nuits-Saint-Georges nella Côte-d’Or

L’itinerario in Borgogna sulle tracce dell’arte, dell’enogastronomia e del vino, da Beaune procede verso nord, per vedere altre destinazioni. Una sosta gradevole, rientrando in direzione Digione, a metà strada è Nuits-Saint-Georges nella Côte-d’Or. Rinomata per i suoi vini rossi, è una delle tappe della Route des Grands Crus che attraversa questa parte della Borgogna. Il curioso nome del paese deriva dal suo vino più antico, il Saint-Georges che risale intorno all’anno 1000.

Il paese ha anche un patrimonio ricco e diversificato che combina architettura e cultura. Il campanile dalla lanterna ottagonale sopra la torre quadrata ha diverse campane, compresa una antica che risale al 1619. Continuando la passeggiata si scoprono due chiese, la più vecchia dedicata a Saint Symphorien. Costruita all’inizio del XIII secolo è una bilanciata unione di arte romanica e gotica. La chiesa di Saint-Denis risale invece alla metà del XIX secolo ed è nota per il suo grande organo. Alla sera è piacevole passeggiare nell’animata via pedonale centrale e sedere ai tavolini all’aperto di bar e ristoranti vicino alla fontana. In pieno centro il ristorante La Cabotte prende il nome dai capanni dei vignaioli nei vigneti e offre una scelta di piatti ricercati della cucina francese.

Notre Dame, foto di Cinthya Beccari

Dopo Beaune, Chablis e Tonnere in Borgogna

Oltrepassata Digione si procede verso nord-ovest verso l’altra grande zona vinicola della regione, alla ricerca di un paesino poco noto e fuori dai grandi itinerari. Non si deve pensare che l’Hotel Dieu di Beaune, il più celebre in Europa, sia unico nel suo genere. Nella lontana epoca tra la fine del Medio Evo e il Rinascimento gli “sponsor” erano impegnati in opere di bene per le loro comunità.
Chablis è una cittadina della Borgogna settentrionale anch’essa famosa per i suoi vini, in particolare i bianchi. Non lontano, Tonnerre è un paesino che nasconde un piccolo capolavoro. Un altro Hotel Dieu, monumento storico con oltre 700 anni alle spalle, opera di Margherita di Borgogna. Un luogo di cura ma anche di fede.

BEAUNE IN BORGOGNA
Tonnerre, foto di Cinthya Beccari

Le proporzioni vertiginosi sono insuperabili: questo monumento è l’ospedale medioevale più grande d’Europa. Costruito nel XIII secolo ha visto scorrere la storia davanti alla sua porta. Il monumento contornato da un ordinato giardino è ancora di proprietà privata e appartiene all’ospedale cittadino. La visita permette di conoscere l’eccezionale figura di questa donna nobile e altruista, molto in anticipo sui tempi e figura eccezionale del Medio Evo. Grazie alla sua generosità anche dopo secoli il ricordo della sua opera rimaneva vivo. Tanto che la sua tomba, ornata di sculture drammatiche ed espressive, racchiusa nell’Hotel Dieu non è stata saccheggiata. In un’epoca, quella della rivoluzione francese, in cui molte chiese vennero profanate, spogliate e distrutte. Forse l’immortalità esiste davvero.

di Leonardo Felician

Vigneti in Borgogna, foto di Cinthya Beccari

INFORMAZIONI:

http://www.bourgognefranchecomte.com

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