Ponte Vecchio sul Fiume Arno – Firenze

Istituto de’ Bardi a Firenze. Fu il conte Girolamo dei Bardi a fondare il Pio Istituto che da lui prende il nome, verso la fine del ‘700. Egli fu l’ultimo del suo casato, uno dei più importanti di Firenze, la cui cappella in Santa Croce fu dipinta da Giotto. Il palazzo in cui ha sede l’Istituto de’ Bardi a Firenze è situato al vertice di un triangolo che ha per lati il corso dell’Arno, via Maggio, Piazza Santo Spirito e il Presto di San Martino. All’inizio del Duecento questa zona, occupata per lo più da orti, era quasi disabitata e si chiamava Casellina.

Fino alla tarda antichità la città di Firenze si era infatti sviluppata sul lato opposto del fiume. I più antichi insediamenti nell’attuale quartiere di Santo Spirito erano sorti intorno alla Chiesa di Santa Felicita. Edificata tra il IV e il V secolo, per la sua vicinanza all’unico ponte che attraversava l’Arno, ora noto come Ponte Vecchio, costituì anche un polo di aggregazione per lo sviluppo di nuovi insediamenti commerciali e abitativi. Vi sarebbero poi sorte le case torri di importanti casati, che hanno dato il loro nome alle strade della zona.

ISTITUTO DE' BARDI A FIRENZE

Nel 1829 Conte Girolamo de’ Bardi, lascia parte della sua eredità per la fondazione di una scuola

Nel 1829 il Conte Girolamo de’ Bardi, ultimo reggente della Contea di Vernio, lasciò gran parte della sua eredità per la fondazione di una scuola, l’Istituto de’ Bardi a Firenze.  Lo scopo era quello di fornire gratuitamente istruzione e adeguata formazione tecnica agli artigiani dell’Oltrarno fiorentino. Tale progetto era già nato ed era stato avviato dal Conte mentre era ancora in vita. Fu decisivo il suo lascito testamentario di cinquantamila scudi per l’acquisto della prestigiosa sede di Palazzo Capponi in Piazza Santo Spirito.

Girolamo fu anche fondatore e direttore del Real Museo di Fisica e Istoria Naturale, oltre che innovatore in ambito pedagogico. Personaggio dalla vasta cultura scientifica, collezionista librario, fu studioso illuminato per il suo concetto di “scienza utile”, cioè legata indissolubilmente alle sue applicazioni pratiche e pedagogiche. Si dedicò, tramite la fondazione dell’Istituto e non solo, all’educazione popolare, all’istruzione professionale e all’artigianato fiorentini. L’Istituto dei Bardi ha sede ancora oggi in Palazzo Capponi di Via de’ Michelozzi.

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L’Istituto de’ Bardi a Firenze si impegna a realizzare brevi corsi di formazione artigianale

Oggi l’Istituto ha cercato di rendere attuale il suo messaggio impegnandosi, per quanto riguarda la sua attività formativa, a realizzare brevi corsi di formazione artigianale e laboratori di artigianato artistico. Si tratta di corsi e laboratori non professionalizzanti, ma svolti da artisti e artigiani che costituiscono eccellenze del territorio toscano e non solo. Oppure da operatori che, pur possedendo un’arte preziosa e che va perdendosi, non sono in grado, per le difficoltà del settore, di promuovere se stessi ed i loro prodotti.

La scelta di non svolgere corsi professionalizzanti dipende dalla volontà di non creare concorrenza alle scuole presenti sul territorio o agli artigiani /artisti che fanno scuola nella loro bottega/atelier. La Fondazione si impegna in questo, tramite la sua rete di conoscenze nel mondo dell’artigianato, dei social e delle istituzioni cittadine, con la partecipazione a progetti, eventi, fiere e mostre connesse al mondo dell’arte, dell’artigianato e della cultura in generale.

L’Istituto de’ Bardi a Firenze interagisce con l’importante potenziale mercato del turismo fiorentino e toscano.

L’Istituto ha scelto oggi di sostenere gli operatori del settore per mezzo del loro coinvolgimento in laboratori, mostre in dimostrazioni dal vivo, anche in fiere di settore (MIDA-Mostra Internazionale Dell’Artigianato). Interagendo con l’importante potenziale mercato del turismo fiorentino e toscano. Instaurando rapporti con le realtà formative per stranieri (università) presenti a Firenze, Realizzando attività con i turisti stessi e scambi culturali con paesi esteri (ad.es. Ministero del Cile). Nel 2007, grazie al rinnovato interesse del Comune di Firenze, ad un finanziamento della Cassa di Risparmio di Firenze e al mecenatismo della James Madison University dello stato della Virginia negli Stati Uniti d’America, cui sono stati affittati i piani superiori del palazzo Capponi, quest’ultimo è stato restaurato e riportato a nuova vita.

Rinnovando e attualizzzando l’idea originaria del Conte Girolamo, il Pio Istituto de’ Bardi a Firenze ha potuto finalmente riprendere i suoi contatti, anche per il tramite delle istituzioni cittadine, con la vita artigiana di Firenze e dell’Oltrarno, cuore pulsante dell’antica tradizione artigiana fiorentina. Con un atto d’intesa il Pio Istituto de’ Bardi a Firenze si è impegnato ad istituire corsi di formazione artigianale e laboratori di artigianato artistico. Tutto ciò quali luoghi di formazione finalizzati a trasmettere l’esperienza e la continuità del mestiere dell’artigiano.

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Istituto de’ Bardi: un’occasione da non perdere a Firenze

Un’occasione da non perdere è una visita alla sede dell’Istituto dei Bardi che accoglie attività formative, mostre ed eventi collegati all’artigianato ed ai mestieri d’arte, in particolare fiorentini. La finalità è fare conoscere la realtà della fondazione, che ha una lunga storia nata fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Sin dall’origine si propone d promuovere il mestiere artigiano, di sostenerlo e di avvicinarlo alla più ampia fascia possibile di utenti.

Ecco una sede di artigiani e botteghe coinvolti.

Un filo di eleganza con Paola Caroti Ghelli, artigiana del pizzo chiacchierino all’Istituto de’ Bardi a Firenze

Da venticinque ormai, Paola Caroti Ghelli si dedica all’arte del Chiacchierino. Ha imparato tutto dalla prozia. La tecnica del Chiacchierino è molto antica. Detto in Francia frivolitè, in Oriente mekouk, in Germania schiffchenarbeit, in Inghilterra tatting. In italiano significa parlare fitto fitto, sottovoce, è un’arte difficile. Attraverso la realizzazione di una serie nodi, con uno strumento detto “navetta”, e con una lavorazione esclusivamente manuale, si creano centri tavola di grande eleganza e impatto visivo. Ricche decorazioni per abiti, anche da sposa, e veri e propri gioielli. Nelle fogge e nei colori più svariati.

Nonostante il nome, che allude alle “chiacchiere”, con cui si faceva trascorrere il tempo del lavoro, si tratta di una tecnica che richiede molta concentrazione per non perdere il conto. L’eleganza e la raffinatezza del pizzo Chiacchierino non fanno pesare il tempo che serve (davvero tanto) per realizzare i lavori. E’ un tipo di lavorazione che cresce molto lentamente, ed ancora più lentamente se si usa il filo sottile, che dona grande eleganza. È una tecnica estremamente versatile. L’importante è conoscerne i segreti, che permettono di impiegare filati classici, come il cotone (che deve essere sempre, però, di altissima qualità), ma anche filati moderni, addirittura metallizzati, fino ad arrivare all’impiego di filati in bagno d’oro e d’argento. La particolarità del chiacchierino sta nella sua leggerezza, nella sua apparente fragilità.

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Veronica Balzani: dimostrazione di pittura con la tecnica della tempera al rosso e con la foglia d’oro all’Istituto de’ Bardi a Firenze

L’ attenzione per la storia ed i beni culturali come valori comuni a Veronica Balzani viene trasmessa dai genitori che si conoscono a Firenze nel 1966, quando migliaia di studenti universitari da tutta Italia e Europa vengono ad aiutare la città, ferita dall’alluvione che aveva sommerso anche opere d’arte, chiese, musei e biblioteche. Veronica Balzani è restauratore di beni culturali e pittrice. Utilizza tecniche in disuso, in particolare quelle utilizzate in passato in opere medioevali su tavola e in miniature. Attraverso la conservazione degli originali, la creazione sapiente di copie e l’insegnamento, rende fruibile e divulga questa tradizione. Trasmette in maniera appassionata le tecniche, i materiali, i profumi, gli aneddoti e le leggende ad essa collegati.

In particolare ama lavorare con la tecnica medievale della tempera al rosso d’uovo, tecnica andata perduta in quanto sostituita dalla pittura ad olio nel XV secolo. Con questa tecnica i pigmenti si accendono di una brillantezza particolare, creando una pittura liscia e smaltata che ritroviamo nelle tavole di importanti pittori, come Giotto o Botticelli. Realizza copie con la tempera all’uovo su fondo dorato (doratura a guazzo, utilizzando oro zecchino), alla maniera dei grandi maestri trecenteschi e quattrocenteschi. Inoltre dipinge miniature su carta (tecnica della tempera al rosso d’uovo) su fondo oro zecchino (23 3/4 carati). La storia, il territorio e la tradizione sono i suoi valori. La sua forza sono la passione e la sapienza delle sue mani.

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Victoria Bucca detta TOI!  Dimostrazione di rilegatura.

Maria Victoria Bucca, chiamata artisticamente “Toi”, è un’artigiana italo-argentina. Comincia a studiare rilegatura artigianale nel 2013 con Erika Terbeck, per un lavoro universitario e si appassiona a tal punto punto da continuare a studiare e approfondire la materia fino ad oggi.  Alla fine del 2015 si trasferisce a Firenze e qui decide di coltivare la sua passione per la rilegatura, arte fra le eccellenze italiane. Segue quindi corsi di tecniche di stampa tipografica, di incisione; impara l’acquaforte, l’acquatinta. Segue un corso sperimentale di incisione per la creazione di libri d’artista a cura di Nino Triolo, sempre a Firenze. Dal 2018 inizia ad insegnare, in svariate Associazioni. Nel 2022 frequenta un master sull’arte del libro alla Universidad Nacional de las Artes (Buenos Aires).

A fine 2022 collabora con la casa editrice Polistampa e la Cartiera Manualis di Fabriano per la rilegatura artigianale dei books “Hand in Hand” (edizione limitata in 32 copie) di Fendi, realizzati per il venticinquesimo anniversario della creazione della prima borsa Baguette di Fendi.

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Dimostrazione di incisione a mano a bulino negli spazi dell’Istituto de’ Bardi a Firenze

Orafo argentiere, incisore, cesellatore, incastonatore. Daniele Meli è artista orafo con esperienza quarantennale, maturata dal 1984, anno in cui inizia l’apprendistato presso la bottega orafa dello zio Vitaliano Fallani a Firenze. In quella stessa bottega, rilevata nel 1996, Daniele sviluppa le tecniche che oggi consentono al suo stile originale e raffinato di realizzare oggetti unici, testimoni di quell’artigianato artistico che oggi è sempre meno frequente riscontrare nell’oreficeria. Daniele Meli padroneggia diverse tecniche orafe con maestria e passione, nell’ottica di un progetto artistico sempre attento all’innovazione nelle lavorazioni della gioielleria, dell’ oreficeria e dell’ argenteria. L’attenzione ai gusti e ai desideri del cliente permettono a Daniele di elaborare i disegni e le lavorazioni attraverso quell’originalità e fantasia che rendono ogni oggetto personalizzato e unico nel suo genere.

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Dimostrazione di tessitura (tessitura contemporanea) all’Istituto de’ Bardi a Firenze

Ozio Piccolo Studio Tessile nasce da un’idea di Simone Falli, tessitore e designer toscano, classe 1988. Simone cresce tra i telai e i filati del laboratorio di tessitura manuale di famiglia, dove lavora per dieci anni, apprendendo il mestiere. Dopo alcune esperienze che spaziano dal restauro alla video-arte, nel settembre 2019 fonda il brand Ozio-Piccolo StudioTessile.

Decide di dedicarsi alla realizzazione di piccole serie, o edizioni limitate, di accessori per interni e per la moda. Tutti caratterizzati da un gusto contemporaneo, minimale e raffinato, abbracciando una filosofia basata sulla sostenibilità ambientale e sul rispetto dei processi creativi e produttivi. Per i suoi tessuti, sceglie di utilizzare esclusivamente pregiati filati naturali made in Italy, lavorando esclusivamente a mano su telai di legno da lui stesso progettati e costruiti.

Nel periodo compreso tra il 2021 e il 2023, Ozio Piccolo Studio Tessile ottiene importanti riconoscimenti: 1)bando Blogs & Crafts, promosso dal World Craft Council Europe. 2)Primo Premio del Contest 20>40 dell’Osservatorio Mestieri d’Arte OMA, con un progetto denominato “Elsa” sulle fibre biologiche certificate. 3) selezionato dalla guida Homo Faber della Michelangelo Foundation. 4) partecipa alla Yerevan Fashion Week, in collaborazione con una designer armena, ottenendo menzioni da Vogue Italia (la sua è nominata tra le cinque collezioni più interessanti. 5)selezionato per partecipare alla prima edizione del Salone dell’Alto Artigianato di Venezia.

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L’ Ippogrifo Stampe d’Arte- ACQUAFORTI– Visita alla Bottega

L’anima del laboratorio L’Ippogrifo è Gianni Raffaelli. Collabora con lui la sua famiglia, e il figlio Duccio Corsini segue le sue orme.Gianni Raffaelli nasce a Firenze, nel popolare quartiere di San Frediano, nel 1952. Figlio d’arte, segue il padre pittore in Venezuela. Tornato a Firenze, trova interessi e stimoli che lo spingono a riprendere lo studio della pittura e della grafica. Iscrittosi all’Accademia delle Belle Arti, entra a far parte del Teatro dei Ciompi, dove conoscerà Volpi e Agostini, gli altri grafici con i quali nel ’76 fonderà “L’Ippogrifo”, uno studio-laboratorio destinato a diventare un autentico centro per la ricerca dell’antica arte incisoria.

In quarant’anni di quotidiana esperienza, nel suo atelier ogni aspetto tecnico viene approfondito con una professionalità e competenza tali da avergli consentito di ottenere riconoscimenti e consensi nazionali e internazionali. A partire dagli anni Novanta vari sono gli allievi che avvicinandosi a tali tecniche hanno trovato nel maestro quel supporto tecnico non facile da trovare nelle comuni scuole ad indirizzo artistico. Dal 1999 assieme alla moglie Francesca, con la quale collabora, apre a Firenze in Santo Spirito un negozio-laboratorio, dove è possibile vederli all’opera ed ammirare la loro galleria, ricca di oltre cinquecento soggetti realizzati nel corso degli anni.

Gli impegni della fondazione

La Fondazione si impegna in questo, tramite la sua rete di conoscenze nel mondo dell’artigianato, dei social e delle istituzioni cittadine, con la partecipazione a progetti, eventi, fiere e mostre connesse al mondo dell’arte, dell’artigianato e della cultura in generale.

La Fondazione si impegna in questo, tramite la sua rete di conoscenze nel mondo dell’artigianato, dei social e delle istituzioni cittadine, con la partecipazione a progetti, eventi, fiere e mostre connesse al mondo dell’arte, dell’artigianato e della cultura in generale. Da realtà di formazione per gli artigiani in stato di bisogno, l’Istituto ha scelto oggi di sostenere gli operatori del settore per mezzo del loro coinvolgimento in laboratori, mostre (ad es. Mostra Arte e Artigianato, presso Spazio espositivo C.A. Ciampi, Palazzo del Pegaso, anno 2021). In dimostrazioni dal vivo, anche in fiere di settore (MIDA-Mostra Internazionale Dell’Artigianato). Interagendo con l’importante potenziale mercato del turismo fiorentino e toscano e instaurando rapporti con le realtà formative per stranieri (università) presenti a Firenze.

La Fondazione Istituto de’ Bardi è attualmente guidata da un Consiglio di Amministrazione che ha come Presidente un membro della famiglia Frescobaldi (in base al testamento del conte Girolamo de’ Bardi); attualmente il Presidente di tale consiglio è la Dott.ssa Livia Frescobaldi. Le altre figure ad oggi attive nell’ambito della Fondazione sono la Dott.ssa Silvia Bianconi e la Dott.ssa Chiara Basile.

Foto di Enrico Mascheroni

INDICAZIONI:

https://www.istitutodebardi.org/

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