Bevagna e Montefalco: Medioevo e Rinascimento. I due centri in provincia di Perugia sono pieni di gioielli artistici a cavallo tra le due epoche. Le stesse strade e piazze di Bevagna e Montefalco sono un viaggio indietro nel tempo. Entrambi i centri fanno parte della rete dei Borghi più belli d’Italia.

Bevagna: Medioevo e Rinascimento, fino a oggi

Bevagna si estende nel tratto di Umbria pianeggiante tra Foligno e Assisi. La città sorse già all’epoca delle antiche popolazioni italiche degli Umbri. Ma si sviluppò durante l’epoca romana. In quel periodo, la vicina via Flaminia era divenuta un’importante strada di transito. I Romani chiamarono la città Mevania. In seguito, venne invasa dai Longobardi. Più tardi, attraverso varie vicissitudini, finì nelle mani dei duchi di Spoleto. E poi della famiglia Baglioni di Perugia e della Chiesa. Nella seconda metà del XVI secolo, Bevagna dipendeva direttamente dallo Stato della Chiesa.

E rimase in questa condizione (salvo durante il periodo napoleonico) fino al 1861. Anno di proclamazione dell’Unità d’Italia. Nel Medioevo, Bevagna consolida un proprio ordinamento e tradizioni interne. Così anche la struttura della città rimane pressoché immutata. A partire da questa condizione, a metà degli anni ottanta del secolo scorso, gli abitanti di Bevagna hanno un’idea. L’aspetto e le abitudini della città sono di per sé un vero salto nel passato. Un gruppo di cittadini decide, quindi, di rievocare quel Medioevo così presente.

MEDIOEVO E RINASCIMENTO
Portale della Chiesa di San Michele – Bevagna

Bevagna e il Medioevo: Mercato delle Gaite e botteghe storiche

Nasce il Mercato delle Gaite. Si tratta probabilmente della prima e più calzante rievocazione storica italiana. Per una decina di giorni, Bevagna torna al periodo tra 1250 e il 1350. Per le strade non si vede una sola traccia del presente o di quanto ha seguìto il periodo medioevale. Nei quattro quartieri (Gaite) si aprono le botteghe antiche. Si lavora la seta con i bachi, le candele con la cera, la carta con gli stracci e così via. Spettacoli di saltimbanchi e menestrelli animano le piazze. I falconieri fanno volare i rapaci ammaestrati.

Nelle taverne all’aperto vengono serviti esclusivamente piatti medioevali. Banditi, quindi, il pomodoro, le patate, il mais e tutto ciò che venne portato in Europa dalle Americhe. Il Mercato delle Gaite si svolge ancora oggi tra il penultimo e l’ultimo fine settimana di giugno. Ma l’immersione nel Medioevo a Bevagna dura per tutto l’anno. Le botteghe antiche sono aperte su richiesta e in occasione di feste e ricorrenze. Ma l’attrattiva in qualunque periodo sono soprattutto le bellezze della città. Dalle mura e le porte, alle chiese e le piazze, fino alle strade e i monumenti.

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Piazza Silvestri – Bevagna

Bevagna: Medioevo e Rinascimento, piazze, strade, chiese

La piazza centrale di Bevagna, piazza Silvestri è il cuore della città. Vi si affacciano due meravigliose chiese e il Palazzo dei Consoli (1270). Il Palazzo venne eretto quando i bevanati ottennero da papa Innocenzo IV il permesso di eleggere il proprio podestà. Dalla seconda metà del XIX secolo, il Palazzo dei Consoli contiene il teatro Francesco Torti. Le chiese, di impianto romanico, sono quelle di San Silvestro e di San Michele. Entrambe sono capolavori dei maestri scalpellini e marmisti Binello e Rodolfo.

I due portali sono decorati con pregiati bassorilievi in marmo. All’interno, le due chiese sono bellissime nella loro essenzialità. Come si addiceva al richiamo spirituale di quel periodo, il XII secolo. Al centro di piazza Silvestri campeggia una fontana neogotica risalente al 1896. E, poco più a lato, una colonna romana. Dalla piazza si dipartono le strade principali delle quattro Gaite cittadine. Anche qui non mancano monumenti di diverse epoche (numerose le testimonianze antiche romane), chiese, scorci suggestivi. Ma anche negozi, bar, ristoranti. Il teatro vivente di un passato che si rinnova.

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Porta Cannara o San Giovanni – Bevagna

Montefalco: Medioevo e Rinascimento. Benozzo Gozzoli e Perugino

Montefalco si estende su una collina verdeggiante a una decina di chilometri da Bevagna. Le due città sono unite da una campagna mozzafiato. Dalla sommità di Montefalco si gode del panorama di un ampio angolo di Umbria. Montefalco deve il suo nome a Federico II di Svevia. Appassionato di falconeria, passando di qui, l’imperatore notò la presenza di numerosi rapaci. Cambiò così il nome della città da Coccorone (Cors Coronae) a Montefalco. Famosa per il vino Sagrantino Doc e il Rosso di Montefalco, la città conserva da secoli un ciclo di splendidi affreschi. La chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo, fa ora parte di un complesso museale.

Fra i capolavori che vi sono all’interno vi è, appunto, il ciclo delle Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (Scandicci, Firenze, 1420 – Pistoia 1487). Dopo decenni di restauri, quello che una volta era un convento è divenuto un museo. Al suo interno è possibile visitare la Pinacoteca civica, la sezione archeologica e le cantine dei frati. Il percorso si conclude con la chiesa di San Francesco, ormai sconsacrata. Oltre agli affreschi di Gozzoli, vi è anche una Natività (1503) del Perugino. Come è noto, quest’anno si festeggiano i 500 anni dalla morte del pittore. E Montefalco fa parte di quei luoghi dove è possibile ammirare le sue opere nel luogo originario.

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Edicola sacra – Montefalco

Montefalco, Medioevo e Rinascimento: piazze, strade,chiese

Così come a Bevagna, anche a Montefalco la vita svolge attorno alla piazza principale. La piazza del Comune conserva l’omonimo palazzo risalente al XIII secolo. E la chiesa sconsacrata di Santa Maria di Piazza, anche questa affrescata. In una delle strade adiacenti c’è un’altra chiesa interessante: Sant’Agostino in Montefalco. La facciata è semplice, in pietra risalente al XIII secolo. All’interno, contiene splendidi affreschi di scuola umbro-senese, dal Medioevo al Rinascimento. Un’Incoronazione della Madonna è stata attribuita a Ambrogio Lorenzetti (Siena 1290 – 1348). Mentre altri affreschi sono attribuibili agli allievi di Benozzo Gozzoli. Per ritrovare traccia del maestro pittore, bisogna uscire poco fuori Montefalco. Nell’antichissima Pieve di San Fortunato (IV-V secolo dopo Cristo) si trovano due opere attribuite a Gozzoli: Madonna con Bambino tra i santi Francesco e Bernardino da Siena e angeli e frammenti della Madonna con Bambino e angeli.

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Piazza del Comune – Montefalco

Bevagna e Montefalco: tra food e vini Doc

Oltre che di tanta arte del Medioevo e del Rinascimento, Bevagna e Montefalco sono patrie del buon cibo e del buon vino. Da queste parti si mangia la torta (o pizza) al testo, street food medioevale. Questo impasto di acqua, farina e (a volte) lievito, si farcisce con l’ottimo prosciutto crudo locale tagliato a mano. Da non perdere, gli strangozzi (tagliolini spessi senza uovo) con sughi di carne o di funghi e gli arrosti. Per concludere, la tipica rocciata (una sorta di ciambellone) o lo strudel. Il pasto va ovviamente innaffiato con Sagrantino o con il Rosso di Montefalco. Vigneti che spadroneggiano nella spettacolare campagna circostante.

Di Letizia Riccio

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Vigneti sulla strada tra Montefalco e Bevagna

INFORMAZIONI:

http://www.visit-bevagna.it/

http://www.comune.montefalco.pg.it

http://borghistorici.it

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