Ceramiche di Sicilia. Un campionario quasi infinito. Una palette di colori vivaci dai verdi squillanti ai gialli aranciati, dai blu cobalto ai bruni accesi. Forme dai tocchi vintage come le pigne porte-bonheur (declinate anche come svuotasche, fioriere, lampade) o come le famosissime teste di moro (che vengono impreziosite con tocchi d’oro zecchino, nuance inedite, dimensioni importanti). A tutto si aggiunge il fascino maliardo del craft core, il fatto a mano, che non passa mai di moda.

Siamo in Sicilia. Stiamo parlando delle ceramiche artistiche che escono dalle botteghe di mastri ceramisti, vasai, stoviglieri, maiolicari  disseminate un po’ ovunque in tutta l’isola. Sono concentrate soprattutto tra i vicoli e le piazze delle Magnifiche Sei. Vale a dire Santo Stefano di Camastra, Collesano, Caltagirone, Sciacca, Burgio e Monreale. Queste cittadine non a caso sono inserite nella AICC, la prestigiosa associazione che riunisce tutte le Città della Ceramica del BelPaese. Un grand tour della ceramica è quello che promettono (e mantengono) le sei sorelle. Un itinerario da programmare seguendo i contorni dell’isola o inoltrandosi verso l’interno dove i panorami sono più ruvidi ed essenziali ma sempre magici e mistici. Pronti?

Ceramiche di Sicilia: Santo Stefano di Camastra

A Santo Stefano di Camastra (Me) la ceramica è diventata pottery art, vale a dire una vera e propria forma d’arte. Merito della sapienza dei ceramisti locali ma merito anche del Liceo Artistico che sforna ogni anno giovani ed entusiasti maiolicari. Nei locali del Liceo, tra l’altro, si può visitare un museo che conserva, da una ottantina d’anni, le migliori opere uscite dai laboratori della scuola. E a proposito di musei, da vedere in paese c’è pure il MUDIS, un suggestivo Museo della Ceramica con raccolte di pezzi storici e opere di ceramisti contemporanei ospitato nel settecentesco Palazzo Trabia, che conserva ancora le mattonelle maiolicate dei pavimenti originali.

Ma è tutta Santo Stefano ad essere un museo diffuso. Alle porte del paese si è accolti dal cosiddetto Muro di Federico. Si tratta di un murale molto particolare con le immagini della conquista normanna della Sicilia realizzate in decine di mattonelle maiolicate. Le strade di Santo Stefano sono affollate di botteghe con tutto quanto fa tradizione. Piatti, tavolini, vasi, brocche, giare, teiere, tazze, recipienti, boccali, soprammobili, statuine, mattonelle. Colori ovunque, nella petite capitale della ceramica: nelle targhe variopinte con i nomi delle stradine del centro ma anche nel Cimitero Vecchio che, nascosto tra filari di cipressi, custodisce antiche sepolture ricoperte da piastrelle dipinte a mano.

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Cimitero di Santo Stefano di Camastra

A Collesano e Caltagirone altre ceramiche di Sicilia

Per raggiungere Collesano (Pa) ci si lascia alle spalle il mare di Cefalù e ci si inoltra verso i profili (quasi) dolomitici di Piano Battaglia, attraversando il Parco delle Madonie. A Collesano l’argilla si lavora praticamente da sempre e dalle botteghe dei vasai locali sono usciti, secoli fa, i preziosi albarelli per speziali e erboristi, le piccole fiasche per conservare acqua o vino (i bummuli), le lumiere, i vasi a forma di ortaggi, boccali e bottiglie. Forme e figure a volte rustiche ma molto curate nella decorazione che a volte è a motivi applicati (grappoli d’uva, nodi, foglie e fiori), altre a motivi incisi direttamente nell’argilla (onde, fiori stilizzati, cordoncini, cerchi concentrici). E sempre accompagnate dalla brillantezza degli smalti e dei colori perché la tavolozza dei figuli (chi lavora l’argilla) prevede i tradizionali verdi squillanti, i gialli aranciati, i blu cobalto, i bruni accesi.  

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Qal’at al Ghiran o Caltagirone (Ct)? Il nome arabo della cittadina (Rocca dei Vasi) la dice lunga sulla sua plurisecolare specializzazione nella lavorazione dell’argilla e delle terrecotte. Le residenze signorili del centro storico, le targhe delle strade, i numeri delle case, le decorazioni della Villa Comunale (il Giardino Pubblico della città): tutto è arricchito, infatti, da maioliche, mattonelle, vasi, decorazioni naif o raffinate, nei colori più caldi e accesi. Se la tappa imperdibile a Caltagirone è la Scalinata di Santa Maria del Monte – lo scatto più instagrammato in città con i suoi 142 scalini di pietra lavica rivestiti in ceramica smaltata – da prevedere c’è anche una sosta al Liceo Artistico dove sono ospitati il Museo Ragona e il MECC (Museo delle Espressioni Ceramiche Contemporanee) con lavori di artisti di fama internazionale (Nespolo, La Pietra, Tasca) e di aziende che operano nel campo del design ceramico (Bitossi, Alessi)

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Liceo di Caltagirone

Ceramiche di Sicilia: le bellissime Sciacca e Burgio

E Sciacca (Ag)?  Sciacca si affaccia, con una serie di terrazze naturali, su un mare che sa già di Africa e conserva ancora il labirinto di vicoli che testimoniano la lunga dominazione araba. Altri must see: antichi edifici medievali ed eleganti palazzi liberty, chiese barocche e piazze a picco sul mare.  Come Piazza Scandaliato, da dove si raggiungono Via Licata e Corso Vittorio Emanuele, per entrare nelle botteghe artigiane dove si assiste alla creazione di piatti, vasi, piccole sculture, stoviglie e oggetti di uso quotidiano, modellati e dipinti a mano usando i gialli e gli arancione, i blu intensi e i verdi più brillanti, vale a dire la tavolozza cromatica dei vasai locali.  

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Testa di Moro

Solo poche manciate di chilometri da Sciacca a Burgio (Ag) per addentrarsi nella Sicilia senza tempo dei Monti Sicani. Anche qui, vicoli arabi, palazzotti che raccontano il passato dei Gattopardi locali ed un museo il MUCEB (il Museo della Ceramica di Burgio) ricavato in un vecchio monastero che racconta la storia della maiolica burgitana con esemplari dei lavori usciti dalle più importanti botteghe. Poi, anche qui, si visitano gli atelier dove i vasai creano i loro piccoli capolavori, soprattutto utensili e vasellame di uso comune: tazze e piatti, contenitori e brocche, lemmi (le grosse ciotole usate un tempo per preparare il pane) e giare, semplici e dalla bellezza rustica con le loro inconfondibili sfumature giallo ocra e verde oliva.

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E per finire le ceramiche di Monreale

Per finire in bellezza ecco Monreale (Pa) alle spalle di Palermo. Tutti la conoscono per la Cattedrale che risplende dell’oro dei suoi mosaici (non a caso la città è inserita nell’itinerario della Sicilia Arabo-Normanna dell’UNESCO). Ma Monreale non è solo mosaici. Anche lei è una delle Città della Ceramica e vanta una centenaria tradizione di vasai e figuli. Vedere, per credere, all’esterno della chiesa del SS. Crocifisso, il grande pannello settecentesco che, formato da decine e decine di mattonelle maiolicate, raffigura Cristo in croce. Anche oggi, la lavorazione della ceramica è uno dei core business della città e dalle botteghe cittadine escono i vasi con le fattezze delle teste di moro, i piatti che per i loro decori si ispirano ai rosoni normanni o ai mosaici della Cattedrale, le figurine per il presepio, i bijoux in terracotta.

Enrico Saravalle 

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Tipiche pigne e ricci

INFORMAZIONI:

http://www.buongiornoceramica.it

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