Non appena si esce dall’aeroporto l’aria calda impregnata di umidità ti assale ma quasi subito l’euforia di visitare una Terra così densa di storia, tradizioni, siti archeologici e folclore prende il sopravvento. E tutto diventa più sopportabile. Solitamente il tour dello Yucatàn  inizia dalla capitale Mèrida. Chiamata la “città bianca” per i tipici vestiti bianchi dei suoi abitanti e il color bianco delle abitazioni, Mèrida è una città dalla meravigliosa atmosfera coloniale.E’ ricchissima di chiese e palazzi d’epoca , animata da colorati  mercatini , gente cordiale e allegra. A 120 chilometri da Mèrida si trova  ChichènItzà, uno dei maggiori insediamenti Maya. La distanza che separa i vari monumenti dà l’idea della grandezza di questa città che si pensa raggiungesse i 100 mila abitanti.

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Questo vasto sito in realtà è diviso in due: una parte maya e un’altra tolteco-maya. Il monumento più famoso è  la Piramide a gradoni  di Kukulcàn con scalinate ( 365 gradini) su ogni lato. Tutto attorno attraenti strutture come l’Osservatorio astronomico, la Casa delle Monache, il Tempio dei Guerrieri e un esteso campo per il gioco della pelota. Aquile, serpenti dentati, simboli fallici e  simboli sacri si ripetono inquietanti tra i templi e i palazzi mentre una moltitudine di iguane al sole si confondono con le rovine. Percorrendo chilometri e chilometri di foresta senza incontrare anima viva si arriva a Uxmàl. Qui l’atmosfera è diversa: meno turistica, più misteriosa. I resti di Uxmal emergono a fatica dagli arbusti e dalla vegetazione. All’ingresso si innalza la Piramide dell’Indovino, dall’ insolita forma ovale, con i suoi 118 gradini. Dalla sua sommità lo sguardo spazia sul Quadrato delle Monache e sul cortile interno in cui si aprono tante stanze simili a celle di dimensioni variabili, il cui significato resta un enigma. Gli Spagnoli pensavano che vi fossero tenute le vergini destinate ad essere immolate in sacrificio. Poco distante si può visitare la Casa delle Tartarughe, quella delle Colombe e l’imponente Palazzo del Governatore. Da Uxmal si prosegue verso la costa caraibica lasciando il cuore dello Yucatan per arrivare a Tulum piccolo sito a strapiombo sul mare. E’ indubbiamente uno degli angoli più suggestivi di tutto il Messico. Il momento migliore per visitare i resti archeologici di Tulum è il mattino presto o verso le quattro del pomeriggio. Ci sono meno persone che affollano le rovine e le bancarelle che fiancheggiano il piazzale attorno all’ingresso. Nello scenario che comprende El Castillo, un tempio-fortezza, e il tempio  de los Frescos ( con pareti ancora affrescate all’interno ) si può trascorrere un’intera giornata. Sotto al Castillo ci sono due splendide spiagge ( la più bella è quella sulla destra del palazzo ) di sabbia bianchissima che contrasta con l’azzurro e il verde smeraldo di un mare trasparentissimo. Trentacinque chilometri all’interno di Tulum si trova Cobà, un  tempo grande città, oggi quasi inghiottita dalla giungla. Rimane scoperta una piramide di 40 metri d’altezza, un castello a 9 ordini ed un campo per il gioco della palla. Ha più “sache” (antiche ed ampie strade pavimentate con pietra calcarea) di ogni altro insediamento mai scoperto.Terminate le escursioni è tempo di crogiolarsi nelle  località marine che si affacciano nel Mar dei Caraibi. Cancùn è la metà più gettonata dal turismo di massa. I messicani la chiamano “gringolandia” per la massiccia presenza di americani. Un tempo villaggio di pescatori oggi un moderno centro vacanze. Si suddivide in due parti, la Downtown con il suo susseguirsi di bar, ristoranti, negozi di artigianato e la Zona Hotelera con i suoi lussuosi alberghi. Da Playa Linda partono i battelli per la Isla Mujeres, l’ “isola delle donne”, un antico nascondiglio di pirati che oggi è un vero paradiso per i sub. I più coraggiosi possono fare una puntatina alla “grotta dello squalo dormiente”. Un altro bel  scorcio paesaggistico è Playa del Carmen. Sulla Avenida 5 le basse casette colorate si mescolano alle cerveserie, alle botteghe di souvenirs e ai tanti ristorantini. Di fronte il mare e una distesa di lunghissime onde che sfumano dal blu all’azzurro intenso e terminano la loro corsa su una spiaggia borotalco. Dalla banchina partono anche i traghetti per l’isola di Cozùmel, luogo sacro per i Maya e scoperta da Cousteau. E’ famosa per le sue barriere coralline e quindi amata da chi pratica il diving e lo snorkelling.

Rudy De Pol

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