Animali in mostra a Milano. Adriana è una capra speciale, l’amica del cuore. Sulla copertina, a presentare il libro/catalogo non poteva esserci che lei, con il suo sguardo pieno di dolcezza e insieme di stupore. Sua sorella, Ida, un’altra capra, ma dagli occhi più furbi, non avrebbe comunicato lo stesso messaggio. Il nome Adriana nasce per caso. Un architetto, che approda nell’atelier di Jole Prato proprio mentre il “volto” della creatura prende vita, non si trattiene dall’esclamare: “Ma questa è Adriana!”.

Poco importa quali analogie o ricordi, culturali o personali, abbiano suggerito l’esclamazione, così spontanea. Il nome è rimasto indelebile, per sempre. Ci si chiede come mai i felini dipinti da Jole Prato non siano mai aggressivi. Ebbene, dipende tutto dallo sguardo. A volte il giusto bagliore appare subito, miracolosamente. A volte richiede tempo. Se non si sente soddisfatta, ritorna sul pezzo e la realizzazione può durare giorni. Le belve, comunque, non sono mai trasformate in teneri gattoni, ma conservano un atteggiamento fiero, appunto, quasi ieratico.

ANIMALI IN MOSTRA A MILANO

Animali in mostra a Milano. La gallina è nata prima

“La gallina non è un animale intelligente…”, cantavano Cochi e Renato. Non sappiamo quanto questo possa corrispondere a verità. Sicuramente quelle esposte nella mostra sono belle ed eleganti. Il piumaggio ricco di tutte le tonalità del bianco e del grigio trova il proprio contrappunto nella nota rossa squillante dei bargigli.  Quanto allo sfondo, non è possibile, tantomeno utile, cercare di individuare in quale aia o orto siano state ritratte. Per conferire risalto e unicità alla “meravigliosa creatura”, lo sfondo è, in realtà, un back-ground surreale, indefinito, fantastico. Suggerisce emozioni, punto.

Il fatto è che lo sfondo non distrae l’osservatore, deviando la sua attenzione, attirandola in percorsi secondari, saturi di particolari concreti.  Le atmosfere dei “fondi”, o sfondi, o ancora fondali, capaci di suggerire atmosfere oniriche, deriva sicuramente dall’esperienza di scenografa dell’autrice, maturata nei più importanti teatri europei. Non solo. L’attrattiva di inserire bagliori d’oro, d’argento o di rame negli sfondi dei propri ritratti di animali viene dai tempi in cui, per un periodo di ben tre anni, è occupata a decorare un palazzo reale, nel deserto degli Emirati Arabi. Come richiede la tradizione locale, nel dipingere deve usare molto oro. Tale assuefazione, seppur moderata nel tempo, permane a disposizione della sua anima d’artista, ogniqualvolta voglia ammantare i suoi ritratti con un’aura di mistero. L’effetto è assicurato.

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Altri animali in mostra a Milano

Ci si chiede come cani e gatti si trovino a profusione nel libro/catalogo, ma non appaiano esposti nella mostra. In realtà, una larga parte della vita artistica di Jole Prato è dedicata alla decorazione di pareti, soffitti, scale e perfino pavimenti di dimore private. Ca va sans dire che l’inserimento del beniamino di casa, sia esso cane oppure gatto, è quasi d’obbligo. Per non costringere il povero modello a improbabili lunghe sedute, gli viene scattata una foto nella posizione giudicata migliore. Sarà un perfetto e immobile punto di riferimento pittorico. Il primo cane da lei ritratto è uno schnauzer, inserito in un giardino dipinto nella parete del soggiorno di un appartamento nel centro di Milano.

E’ una presenza affettuosa dallo sguardo penetrante, come molti altri, immortalati in occasioni successive, il recente mastino tibetano che guarda il pappagallo, per esempio. Poco importa se accovacciati, in guardia o a quattro zampe, sono immagini inamovibili dalle dimore che li ospitano e, quindi assolutamente esclusi dalla mostra…Le decorazioni, assolutamente artigianali. Sono realizzate direttamente sul muro o sui mobili, oppure, in alternativa, su tela di puro cotone, da scenografia, ignifuga, da applicarsi alla parete solo in un secondo momento. I colori sono sempre acrilici, all’acqua. Ingredienti che, comunque, non mancano mai sono l’accuratezza del disegno, la sensibilità ai colori e l’attenzione ai dettagli.

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Sapere che pesci prendere

Il pesce rosato sembra danzare al ritmo di un valzer con le pinne che fanno vibrare l’acqua stagnante. Pare indossi un abito da sera degli anni ’30, quando di gran moda era la seta nella tonalità chiamata “rosa tea”. Trasparenze e bagliori fanno splendere la coda, mentre il corpo, sinuoso, sembra avvolto da una seta di raso aderente che emana attraenti luccichii. Nell’altro pesce, la tonalità rosata appare appena accennata in una zona in prossimità del capo, mentre dal corpo, dalle pinne e dalla coda esce un biancore luminescente, quasi abbagliante. L’apparente messaggio di seriosa spiritualità è però tradito dal suo occhietto che ammicca, vispo e impertinente. I pesci delle classiche nature morte, seppur puntualmente raffigurati nei minimi particolari e sfumature di colore, sono statici, appunto, morti. Jole Prato dipinge pesci che comunicano allegria e movimento. Per loro si potrebbe, scherzosamente, coniare la definizione di nature vive. Non a caso trovano un suggestivo posizionamento, corredate dalla giusta illuminazione, nelle testate dei letti nelle ville pieds dans l’eau, al mare,  in Costa Smeralda, o Azzurra che sia.

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L’inganno felice

Da Londra a Parigi, da Pechino a Palm Beach, da Ginevra a Mosca, dagli Emirati Arabi a New York, da Bruxelles a Cap Ferrat, l’artista ha seguito, inesorabile, la propria filosofia di vita e di lavoro, un’aspirazione che sembra non conoscere confini. Lo scopo dichiarato, e sempre realizzato, è trasformare atmosfere da sogno in realtà, attraverso la magia della pittura. Divertendosi. La noia è assolutamente bandita. Ovviamente, uno dei terreni più fertili è costituito dalle stanze dei bambini, dove la fantasia è di casa e la bellezza è l’ospite più gradita. Provoca emozioni positive nella quotidianità di chi la sa percepire a pieno. “La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostoevskij.
La Galleria è “6499” e si trova in Via del Torchio 1 a Milano.

Maria Luisa Bonivento Thurn

INFORMAZIONI:

http://www.Joleprato.net

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