Maschere di Carnevale. Arlecchino, Pulcinella, Pantalone… Chi non ha sentito parlare di queste famose maschere?
Ognuna rappresenta un personaggio specifico con tratti spesso esagerati per aggiungere un po’ di ironia agli eventi teatrali a cui avrebbero dovuto partecipare. 
Infatti, non tutti sanno che queste maschere sono state create per il teatro e non il Carnevale a cui sono state legate solo in seguito.

Il Carnevale, una delle feste preferite da adulti e bambini.
Un modo per evadere dalla realtà, travestendosi e divertendosi sotto altre spoglie, facendo scherzi e regalando sorrisi.
L’Italia è la patria di molti diversi tipi di Maschere del Carnevale regionale, ognuna con una storia unica.
E per preservare questa ricchezza legata alla tradizione ed il folclore nasce nel 2015 Il Centro di Coordinamento Nazionale Maschere Italiane che si pone l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio culturale. E vista la lunga lista di maschere di Carnevale, vediamo quali sono le più famose regione per regione.

Maschere di Carnevale, dal Piemonte al Friuli

La maschera di Carnevale del Piemonte?
Ovviamente Gianduia.
Gianduia risiede a Torino ed rappresenta un uomo sincero e orientato alla famiglia.
La maschera indossa un completo marrone con panciotto giallo, un ampio cappello e alti stivali.

Quando pensiamo alla Liguria, ci figuriamo invece la maschera di Capitan Spaventa della Commedia dell’arte, ma anche a Baciccia della Radiccia, uno dei personaggi principali del teatrino delle marionette di Genova.

La maschera delle Landzette in Valle d’Aosta, invece, nascono con lo scopo di ridicolizzare la divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800.

La Lombardia è una regione ricca di Maschere carnevalesche: da Meneghino ad Arlecchino, passando da Brighella e Re Gnocco di Castel Goffredo.
Arlecchino è un personaggio povero, ma molto scaltro che veste una tuta di mille colori ormai diventata il simbolo del Carnevale per antonomasia.

Passando al Friuli Venezia Giulia, regione nota per i suoi Carnevali alpini, spiccano le maschere dei Blumari (a Pulfero), Maschkar e Jutalan (a Timau in provincia di Udine), nonché i Pust che vestiti in pantaloni e giacca ricoperti di stracci colorati e un cappello anch’esso ricoperto di stracci rappresentano l’arrivo della primavera.
Scendendo verso il mare per raggiungere la città di Monfalcone, troviamo il Sior Anzoleto Postier che incarna lo spirito del popolo locale. Vivace e ironico, cantante e creativo, veste con una palandrana nera di fine Ottocento elegantemente rappezzata, guanti bianchi, grosso fiore bianco al petto e bombetta a corredo a simboleggiare signorilità.

Arlecchino

Dal Trentino al Veneto, tutte le maschere di Carnevale

Un’altra regione ricca di maschere di Carnevale è il Trentino-Alto Adige.
In particolare ci sono i Wudelen dei mostri con testa pelosa e grande bocca, che viene fatta aprire e chiudere producendo un gran frastuono.
E poi c’è Basa-Done: un folletto con una calzamaglia a righe, una lunga giacca e un cappello che secondo leggenda era pronto a spaventare le ragazze che tardavano a rientrare a casa.

Come non spostarsi in Veneto e menzionare infine la famosissima Colombina, la maschera veneziana della commedia dell’arte tra le più famose del Carnevale.
Colombina è una graziosa e furba cameriera che s’immischia nelle vicende sentimentali della sua padrona Rosuara.
L’abito prevede un’ampia gonna azzurra con corpetto rosso coperto da un grembiule bianco.

Una curiosità: questa maschera è iscritta anche al Registro storico delle Maschere italiane.

Maschere a Venezia

Maschere di Carnevale del centro Italia

Partiamo dall’Emilia-Romagna: la maschera più famosa che ha avuto origine nella Commedia dell’arte è quella bolognese del Dottor Balanzone, un presuntuoso e superbo professore e dottore in legge che deve l’origine del suo nome alla “bilancia” ( in dialetto Balanza”) intesa come simbolo della giustizia.
Viene raffigurato in toga nera con colletto e polsini bianchi, cappello, giacca e mantello bianchi, proprio come i professori dell’Università di Bologna.

Rugantino nel Lazio è la celebre maschera conosciuta in tutta Italia. Originariamente burattino, Rugantino ha subito numerose evoluzioni e ora impersona il tipico romano.
Il suo nome deriva dal termine “ruganza”, cioè arroganza, una caratteristica del suo carattere.

Nelle Marche, invece, ricordiamo Mosciolino, il simbolo del carnevale anconitano che affianca altre tradizionali maschere: Papagnoco, il contadino che scatenava il libero costume dei cittadini, e Burlandoto, la guardia daziaria.

Viaggiando in Toscana, due sono le maschere da menzionare con origini molto differenti tra loro: Burlamacco che nasce nel 1930 ed insieme alla sua compagna Ondina rappresenta il Carnevale di Viareggio e Stenterello, che viene dalla Commedia dell’arte e rappresenta il popolano fiorentino di basso rango. Quest’ultimo veste con pantaloni neri, panciotto giallo, giacca azzurra e calzini spaiati.

Infine Bertoccio è la maschera Umbra più nota.
 Il nome deriva forse da Bartolomeo e nasce nel 1650 a testimonianza della figura del colono.
Per tale motivo è rozzo, ma anche scaltro e raziocinante.
Veste con un gilet rosso porpora sotto una giacca verde, calzoni di velluto (neri o marroni) e scarpe eleganti.

MASCHERE DI CARNEVALE

Sud Italia e maschere di Carnevale

Iniziamo dall’Abruzzo dove troviamo Frappiglia, la maschera dello scaltro contadino che riuscì ad ingannare persino il diavolo.
Si dice infatti che fosse riuscito a tornare in vita dopo la morte e per questo il suo costume viene rappresentato con un abito grigio sfrangiato con lingue di fuoco e una voglia sul volto.

Altra maschera del Carnevale italiano immancabile è Pulcinella, la cui origine si deve alla regione Campania.
Rappresenta l’antieroe per eccellenza, sempre pronto alla burla ed azioni canzonatorie.
Il suo costume è cambiato nel corso degli anni ed è oggi bianco con una maschera nera.

Il Molise è una regione le cui maschere tradizionali sono legate ad un folclore arcaico.
Ci sono in particolare tre folletti, detti anche Monaci poiché vestiti da frati, che tengono in catene delle figure mitologiche legate all’Uomo selvatico: il Diavolo di Tufara e di Toro, l’Uomo-cervo, la Donna-cervo, Martino di Castelnuovo al Volturno, l’Uomo-orso di Jelsi.

Farinella è la maschera del Carnevale di Putignano in Puglia.
Si tratta di una festa dalle origini molto antiche, la più longeva d’Europa.
Farinella è un giullare con un abito a riquadri multicolori.

MASCHERE DI CARNEVALE
Pulcinella

Maschere di Carnevale in Sicilia e Sardegna

Per finire non dobbiamo dimenticare le nostre isole: Sicilia e Sardegna.

 In Sicilia la maschera per eccellenza è Peppe Nappa.
Si tratta di un personaggio pigro e beffardo, ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche se deve procurarsi quei cibi di cui è ghiotto. 
Esiste anche Giufà, i cui racconti buffi sono riportati anche dall’Etnologo Pitrè, noto studioso delle tradizioni siciliane.

Spostandosi in Sardegna si incontrano i Mamuthones.
Queste maschere tradizionali sarde sono interamente vestite di nero ed indossano un copricapo marrone, con campanacci sulle spalle.

Silvia Guelpa

MASCHERE DI CARNEVALE

INFORMAZIONI:

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