Marche e mostre a Roma
Monte Conero – Spiaggia delle Due Sorelle

Marche e mostre a Roma. Le Marche si mostrano a tutto il mondo. E cominciano da Roma, la capitale dove tutto il mondo passa. Quella delle Marche è l’unica regione italiana che si scrive al plurale. E molteplici sono le sue bellezze e i motivi di interesse.

Marche e mostre a Roma: L’unicità delle molteplicità

La molteplicità delle Marche è ben esposta in una mostra nel cuore della capitale. Aperta fino al 28 maggio 2023, “Le Marche. L’unicità delle molteplicità” offre una panoramica di marchigiani celebri e insospettabili. Pochi visitatori ricorderanno come oriundi marchigiani molti dei nomi che ne fanno parte. Da Enrico Mattei a Valentino Rossi, da Giovanni Allevi a Virna Lisi, da Enzo Cucchi a Maria Montessori. E poi Raffaello Sanzio, Giacomo Leopardi, Gioacchino Rossini, Gentile da Fabriano, Taddeo e Federico Zuccari e tanti tanti altri.

Per la mostra è stato scelto un luogo prestigioso. Si tratta di Palazzo Poli, sede dell’Istituto Centrale per la Grafica. Palazzo Poli è l’edificio cinquecentesco che si sviluppo alle spalle della Fontana di Trevi. Dalle sale del Palazzo ci si può affacciare. Per poi godere di una prospettiva unica di Piazza di Trevi: l’acqua che scende e, di fronte, la moltitudine dei turisti. L’ingresso alla mostra di Palazzo Poli è gratuito.

Marche e mostre a Roma
Vista della piazza e della Fontana di Trevi da Palazzo Poli – foto di Letizia Riccio

Mostra della molteplicità delle Marche a Palazzo Poli a Roma

Il percorso comprende pezzi provenienti anche dall’Istituto Centrale per la Grafica. Come l’incisione di Nicola Aureli (1795-1846) che raffigura Lo sposalizio della Vergine di Raffaello. L’originale è conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano. O come il Gruppo di donne inginocchiate di Taddeo Zuccari. Anche questa incisione è stata messa a disposizione dall’Istituto che ha sede a Palazzo Poli. O ancora il disegno Nudo femminile disteso di Scipione (1904-1933). Altre opere provengono da collezioni private. Come Angelo (notturno), dipinto nel 1954 da Osvaldo Licini (1894-1958). O Paesaggio marchigiano di Corrado Cagli (1910-1976).

I supporti audiovisivi illustrano le personalità contemporanee delle Marche. I filmati e gli audio sono stati messi a disposizione soprattutto da Rai Teche e dall’Archivio Luce Cinecittà. Nell’ultima sala, l’uno a fianco all’altro, si parla di uomini e donne di oggi. Dell’imprenditore Diego Della Valle e della giornalista Maria Grazia Capulli. Dei musicisti Gioacchino Rossini e Pier Luigi Pergolesi. Dell’attore Neri Marcorè e dell’allenatore della Nazionale Roberto Mancini. Fra i grandi dell’arte menzionati a Palazzo Poli c’è anche Pericle Fazzini. Al quale Roma dedica una mostra monografica.

Marche, l’unicità delle molteplicità, Palazzo Poli, Roma – foto di Letizia Riccio

Marche e mostre a Roma: Pericle Fazzini, lo scultore del vento

Fino al 2 luglio 2023 il Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, ospita la mostra Pericle Fazzini, lo scultore del vento. Di questo artista, originario di Grottammare (Ascoli Piceno), ricorre il centenario della nascita. La sua opera più nota è senz’altro la Resurrezione. Si tratta di una gigantesca scultura di venti metri di larghezza. È collocata sulla parete dell’Aula Nervi del Vaticano. Ed è, grazie alle innumerevoli dirette televisive, uno dei monumenti più visti al mondo. L’opera era stata commissionata a Fazzini da papa Paolo VI. Iniziata nel 1970, venne terminata nel 1975. All’interno della mostra romana, è possibile ammirare il modello originale della scultura e i bozzetti preparatori. Ma il mondo di Pericle Fazzini è molto altro. Lo scultore, morto nella capitale nel 1987, fu uno dei massimi esponenti della Scuola Romana. Venne introdotto nell’ambiente artistico capitolino dal poeta Mario Rivosecchi, suo compaesano.

Marche e mostre a Roma
Pericle Fazzini, Autoritratto, 1947, pastelli colorati su carta, cm 19,5×13, Collezione Eredi Fazzini, ph. ©Massimo Napoli

E uno dei più cari amici e sostenitori di Fazzini fu un altro grande poeta: Giuseppe Ungaretti. All’interno della mostra inoltre è esposto un suo volto in bronzo, scolpito dall’amico. E fu proprio Ungaretti a definire Fazzini “lo scultore del vento”. Le sue sculture, di ogni dimensione, hanno una foggia plastica e quasi evanescente. Fra quelle esposte al Museo Carlo Bilotti, si trovano le famose Donna nella tempesta (1932) e Sibilla (1947). Quest’ultima ritrae la scrittrice Sibilla Aleramo. Fra le altre sculture, si possono ammirare Ritratto di Anita (1933), il Giovane che declama (1937-38), l’Uomo che urla (1949-50). E il Profeta (1949), raramente esposta.

La mostra Pericle Fazzini, lo scultore del vento presenta una selezione di circa cento opere dell’artista tra sculture, bozzetti, disegni e grafiche. L’ingresso al Museo Carlo Bilotti è gratuito.

La mostra di Pericle Fazzini al Museo Carlo Bilotti, Roma – foto di Letizia Riccio

Mostre a Roma, Villa Lattanzi e i borghi delle Marche

In queste settimane la capitale ospita una carrellata di eccellenze marchigiane. Ma per conoscere meglio le Marche bisogna andare sul posto. Soprattutto per scoprire le città d’arte e i tantissimi borghi, meno conosciuti. Proprio nei dintorni di Grottammare, la patria di Pericle Fazzini, c’è Villa Lattanzi. Nella splendida dimora storica è possibile soggiornare e fare base per esplorare poi le meraviglie del territorio. In origine, la villa era il Casino di villeggiatura dei Conti Adami e dei Conti Vinci di Fermo. In seguito divenne di proprietà di Monsignor Lattanzi e della curia vescovile di Fermo. Infine la acquistò la famiglia marchigiana Beleggia. Lanfranco Beleggia è un imprenditore che, come tanti in questa zona, ha costruito da solo la sua fortuna. Creatore di una serie di famosi marchi di gioielleria, nel 2011 Beleggia trasforma la villa in un luogo di ospitalità per palati raffinati.

Nasce Villa Lattanzi, qualcosa di più di un semplice hotel. È infatti un edificio settecentesco immerso nella riserva naturale del Bosco del Cugnolo. In questo enorme parco, si dipartono diversi sentieri. Accanto al corpo della Villa, c’è una deliziosa cappella barocca. Tutto il complesso si affaccia sull’alba del mare Adriatico. Con un panorama che, dall’ultimo piano dell’edificio, abbraccia la costa dal Monte Conero fino ai confini dell’Abruzzo. Il piccolo terrazzo con vista è la zona esterna della Spa della Villa, situata nell’altana. Le diciotto camere, piene di comodità e dettagli raffinati, sono un mix di antico e contemporaneo. Ancora la zona notte ti immerge in un relax da sogno. Mentre il bagno ultramoderno sconfina nella stanza, con la vasca a vista. Villa Lattanzi, residenza d’epoca, dispone anche di un ristorante stellato, uno shop dei vini della tenuta di famiglia, una piccola palestra, una sala convegni.

Villa Lattanzi – foto di Letizia Riccio

Il Borgo panoramico di Torre di Palme

Da questo punto privilegiato si parte alla scoperta, ad esempio, della vicina Torre di Palme. Il famosissimo borgo panoramico è davvero una mescolanza armoniosa di architettura medioevale e rinascimentale. Spostandosi poco più a sud, si arriva a Grottammare. La zona marina della città è meta molto frequentata del turismo balneare estivo. Il cosiddetto paese alto, al di là della statale Adriatica, è un dedalo di viuzze antiche e pittoresche. Grottammare è nota anche per aver dato i natali a papa Sisto V. E nel centro storico, fra chiese e angoli suggestivi, abbondano le testimonianze delle origini del pontefice marchigiano. Sulla sommità del paese, all’interno del cinquecentesco Torrione della Battaglia, è aperto un piccolo museo, nel quale sono conservate alcune opere di Pericle Fazzini.

Verso nord, si raggiunge la bellissima Fermo, capoluogo di provincia. Fermo è sede di un importante Conservatorio e ha un centro storico pieno di palazzi e chiese molto ben conservati. Fra gli edifici di culto, spicca il Duomo di Fermo, con la sua architettura gotica. Da non perdere anche la pinacoteca civica, situata all’interno del Palazzo dei Priori. Il suo gioiello più prezioso è una Adorazione dei pastori di Rubens. Molto suggestive sono anche le cisterne romane. Ma in questi borghi marchigiani si apprezza soprattutto  l’ospitalità, il buon cibo e il buon vino. E l’armonia e il silenzio del paesaggio collinare, rotto solo dal canto degli uccelli.

Di Letizia Riccio

Torre di Palme (Fermo) – foto di Letizia Riccio

INFORMAZIONI:

https://www.turismo.marche.it/

https://www.grafica.beniculturali.it/

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