Comacchio, Ferrara

Archeologia nel Delta del Po. Adria, San Basilio, Pomposa, Comacchio: ciò che permette di accomunare queste 4 esperienze è il Progetto ValueEnVironmental And CulLtUralhEritage development” (VALUE). Il Programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2022, che ha coinvolto la Croazia, è finalizzato a definire un nuovo modello di sviluppo territoriale. Modello basato sull’integrazione tra cultura, natura archeologia e turismo.

Per completare l’esperienza del Progetto VALUE, quindi, non ci rimane che visitare i progetti realizzati nell’isola di Cherso/Cres con i suoi 75 km di percorsi storici e sentieri da trekking. Kastela/Castelli con il progetto di valorizzazione del sito archeologico di Ostrog con la collina Balavan. E infine la ricostruzione di un complesso insediativo a Korcula/Curzola.

Adria, storia millenaria di incontri tra civiltà e archeologia nel Delta del Po

Si parte da Adria e il suo museo archeologico che narra l’antico splendore del porto adriese che (si pensa) diede proprio il nome al mar Adriatico. Punto centrale dei collegamenti tra occidente e oriente, fu fondata dai greci nel IX secolo aC. Grazie alla sua posizione strategica tra il mare e il fiume Po, Adria divenne crocevia che permetteva una intensa penetrazione verso l’Europa del Nord, fino al Mar Baltico. Per la sua posizione strategica di città portuale di straordinaria importanza subì varie dominazioni. Romane, venete, celtiche. Ma raggiunse il massimo della sua fortuna economica con l’insediamento dei greci e degli etruschi.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Museo Archeologico di Adria

Museo archeologico nazionale

In un edificio di impronta razionalista costruito come una domus romana immersa nel verde di un parco alberato. Qui fu inaugurato nel 1961 il museo archeologico nazionale, attualmente diretto da Alberta Facchi. E’ un museo che vuole valorizzare l’evoluzione e il cambiamento di un mondo raccontato dai reperti archeologici esposti. In parte provenienti dalle testimonianze raccolte sin dal 1770 dalla famiglia Bocchi.

Gli strati alluvionali del Delta del Po hanno conservato magnifiche testimonianze della storia di Adria. Dalle migliaia di frammenti di splendide ceramiche attiche alle centinaia di tombe etrusche completi di corredi funerari. Reperti di banchetti rituali, gioielli, monili in oro, ambra e pasta vitrea.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Museo Archeologico di Adria

Vetri d’epoca romana, archeologia nel Delta del Po

Di grande impatto la magnifica collezione di vetri ottimamente conservati di epoca romana, vero patrimonio del museo. Sono esposti in primo piano in una studiata vetrina con luci che ne esaltano le proprie caratteristiche. I vetri trasparenti e policromi provengono da ricchi corredi funerari rinvenuti, nel corso degli anni Novanta, nelle necropoli attorno ad Adria. Veri capolavori realizzati con diverse tecniche dell’arte vetraria, soprattutto con quella della soffiatura per realizzare sottili strati e creare giochi di trasparenze. Alcuni di questi capolavori hanno persino attraversato l’oceano per essere ospitati tra il 2014 e il 2015 al Metropolitan Museum of Art di New York. In occasione della mostra “Ennion, Master of Roman Glass”, dedicata a Ennione, il più importante maestro vetraio dell’antichità.

Museo Archeologico di Adria

Tomba della Biga

Imponente è la Tomba della Biga, la più famosa sepoltura di Adria risalente al III secolo aC. Venuta alla luce nel 1938 durante gli scavi della città. A renderla eccezionale sono gli scheletri di tre grandi cavalli, sotterrati insieme a un carro da guerra a due ruote. Del carro si sono conservate solo le parti in metallo, come i cerchioni delle ruote. Ancora oggi non è chiara questa sepoltura che costituisce ancora un enigma. Vista la presenza di una punta di lancia di origine celtica si pensa ad un sacrificio celtico di 3 cavalli. Tra l’altro di enormi dimensioni rispetto all’epoca, molto probabilmente originari asiatiche.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Museo Archeologico di Adria

Viaggio nella bellezza addormentata: il deposito museale di Adria

All’interno di un museo, si sa, non si può esporre tutto. Immenso è il patrimonio ancora conservato nei depositi del museo archeologico nazionale di Adria. Rinvenuto soprattutto durante i lavori di bonifica del regime fascista con la costruzione del Canal Bianco (ex Canale Mussolini).

A tal proposito la Rai ha dedicato uno speciale “Italia, la bellezza addormentata: alla scoperta dei depositi museali”. Dal minuto 13 circa uno speciale sui depositi museali di Adria.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Museo Archeologico di Adria

San Basilio, Museo e Centro Turistico Culturale, archeologia nel Delta del Po

La stazione di San Basilio è sorta lungo la via Popilia, l’antica via romana consolare proveniente da Rimini e diretta verso Adria. Ha avuto un ruolo di primo piano nel territorio del Delta, quale avamposto strategico sulle strade cosiddette liquide. In quanto al centro di intensi scambi commerciali tra il mare Mediterraneo e l’entroterra padano.

Oggi San Basilio è una frazione di Ariano nel Polesine, in provincia di Rovigo e ospita il Museo/Centro Turistico Culturale inaugurato nel 1995. Il museo raccoglie i reperti ritrovati durante gli scavi archeologici avvenuti nella zona fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.

Il museo è diviso in 2 principali sezioni. Quella geomorfologica introduttiva e quella archeologica-espositiva con la collocazione dei reperti raccolti durante le campagne di scavo. In questa occasione sono stati individuati una serie di ambienti appartenenti a una grande villa romana di campagna più volte ristrutturata, attiva dal I al V secolo aC.

Gli scavi archeologici sono tuttora aperti alla visione e visitabili con un percorso guidato per far capire meglio tutto il lavoro che c’è dietro.

Centro Turistico Culturale di San Basilio, Ariano Polesine

Chiesetta di San Basilio tra le meraviglie dell’archeologia nel Delta del Po

A fianco del museo sorge una piccola gemma, la chiesa di San Basilio, dalla semplice ma suggestiva architettura romanica. La chiesa è il risultato di 3 fasi costruttive. Eretta nel IX secolo dai Benedettini di Pomposa nello stesso luogo di una precedente struttura, fu ampliata molto probabilmente tra il IV e il V secolo. E poi restaurata al termine del 1900, fase che ne ha restituito l’attuale aspetto medioevale. Appena fuori dalla chiesetta vi è un sarcofago in pietra, le cui leggende popolari volevano che al suo interno vi fossero le ossa dei paladini di Francia.

Una curiosità storica segna la storia di questa chiesetta. All’interno una particolare colonna posta in una nicchia accanto all’abside è citata nei carteggi ecclesiastici come “miracolosa”. Trasudava infatti una sostanza oleosa in grado di conferire il latte alle puerpere.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Chiesa di San Basilio, Ariano Polesine

Pomposa, Ora et labora

In origine Pomposa era un’isola ricoperta da boschi “Insula Pomposia”, circondata dal fiume Po e protetta dal mar Adriatico. Il sito fu scelto dai Benedettini perché luogo tranquillo deputato per una vita monastica.

Il complesso risale ai secoli VI-VII ed ebbe il suo massimo splendore dopo il Mille. Quando divenne centro monastico florido e votato ad una vita di preghiera e lavoro (“ora et labora”), quali apicoltura, allevamenti e bonifica delle terre del Delta.

La fortuna di Pomposa è legata alla figura dell’abate San Guido ed è a lui che si deve l’ampliamento dell’edificio di culto.

Il monastero accolse illustri personaggi del tempo. Tra questi Guido d’Arezzo, il monaco inventore dell’attuale scrittura musicale basata sul sistema delle sette note. Per permettere di leggere ed eseguire a prima vista una esecuzione musicale svincolandola dalla trasmissione orale.

Posizionato lungo la via Romea (a una ventina di chilometri da Comacchio), già da lontano il campanile annuncia la presenza della chiesa. Alto 48 metri, infatti, è caratterizzato da finestre monofore che si ampliano a bifore e trifore man mano che si va verso la cima. Un accorgimento architettonico pensato per alleggerire l’impatto strutturale.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Abbazia di Pomposa, Ferrara

Complesso monastico

Il complesso di compone di 3 nuclei: la Chiesa di S. Maria di Pomposa il cui pavimento è impreziosito da mosaici di grandissimo pregio. Mentre le pareti sono ricoperte da affreschi del 1300 che riportano al Vecchio e Nuovo Testamento e all’Apocalisse. Nell’aula capitolare a Refettorio i monaci consumavano, insieme e in silenzio, i pasti della giornata. E’ ambiente unico nel suo genere per i preziosi affreschi della Scuola Giottesca di Rimini composti da tre scene. Al centro Cristo tra la Vergine e san Giovanni Battista, a sinistra l’Ultima Cena. E a destra il miracolo della mutazione dell’acqua in vino da parte di Guido Abate. Il complesso infine si completa con il palazzo della Ragione.

Un particolare che ricorre all’interno del complesso sono i colori che si ritrovano tra gli affreschi e le ceramiche che adornano la chiesa e il campanile. Verde (l’acqua del fiume), bianco (l’aria) e rosso (la terra argillosa).

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Abbazia di Pomposa, Ferrara

Comacchio e la necropoli di Spina, archeologia nel Delta del Po

Sono trascorsi 100 anni dalla scoperta della necropoli di Spina, città etrusca delle Valli di Comacchio. Proprio un secolo fa debuttò nella storia, rivelandosi poco a poco il più importante porto dell’Adriatico settentrionale. Il sito archeologico di Spina oggi si trova a circa 12 chilometri dal mare. Ma quando fu fondata nel 530 aC si trovava sulle foci del Po, e prosperò per circa 3 secoli.

Mentre la grande necropoli di Valle Trebba venne individuata nel 1922, il centro urbano di Spina è stato ritrovato dagli archeologi solo nel 1957, durante le bonifiche delle Valli di Comacchio. Gli scavi sono andati avanti per decenni, ma solo una piccola parte della città è stata indagata. Da allora sono venuti alla luce oltre 4,000 tombe quasi tutte integre. C’è ragione di credere che gli scavi condotti non sono che la punta dell’iceberg di un complesso dell’antica città d’acqua con case in legno.

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Abbazia di Pomposa, Ferrara

Museo del Delta Antico

Il museo è ospitato nell’imponente Ospedale degli Infermi (1771-1784), di chiara architettura neoclassica, nel cuore storico di Comacchio.

E’ incentrato sulle testimonianze dell’antico delta del Po, con l’esposizione di quasi duemila reperti, gran parte delle quali dedicate alla città etrusca di Spina

Molto curata anche la sezione dedicata al prezioso carico della nave mercantile romana di Comacchio, ritrovata nel 1981. Un’autentica Pompei del mare che dimostra uno spaccato del mondo globalizzato dell’impero romano. Sono esposti un centinaio di pani di piombo, anfore contenenti olio o vino di produzione adriatica. E ancora effetti personali delle persone a bordo (scarpe, borse, ceste) e gli splendidi tempietti, testimonianza unica di oggetti di devozione.

di Giulia Marruccelli

ARCHEOLOGIA NEL DELTA DEL PO
Abbazia di Pomposa, Ferrara

INFORMAZIONI:

http://www.museodeltaantico.com

http://www.ferraraterraeacqua.it

http://www.parcodeltapo.org

http://polomusealeveneto.beniculturali.it

ARTICOLI CORRELATI:

https://www.ilviaggiatore-magazine.it/luoghi-viaggi/glamping-a-barricata-nel-parco-del-delta-del-po/

https://www.ilviaggiatore-magazine.it/luoghi-viaggi/vacanza-a-ferrara/